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Cibo. Un accordo mondiale ad Expo2015 per combattere la fame

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Il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) a favore dell’iniziativa del Governo Italiano per combattere la fame

Il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) accoglie con favore le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta a margine dell’assemblea delle Nazioni Unite, secondo cui l’Italia potrà farsi promotrice di un accordo mondiale sul cibo in vista di Expo 2015 a Milano. Ispirandosi all’esempio del Protocollo di Kyoto, lanciato nel 1997 per salvaguardare l’ambiente, l’Expo italiano può essere l’occasione per sottoscrivere un trattato che ponga le basi per un futuro sostenibile in cui le persone e il pianeta vivano in armonia. Un ipotetico Protocollo di Milano potrebbe partire dalle seguenti considerazioni sui paradossi del cibo che affliggono il mondo.

1.    Accesso ed eccesso di cibo. Di fronte a quasi un miliardo di persone che non ha accesso al cibo, un numero equivalente di persone mangia troppo e (spesso) male, aumentando il rischio di diabete, tumore e patologie cardiovascolari.

2.    Nutrire la gente,  gli animali e le auto. Un terzo della produzione di cibo nel mondo è destinato all’alimentazione del bestiame. Inoltre, una quota crescente dei terreni agricoli è dedicata alla produzione di biocarburante. Stiamo scegliendo di alimentare le auto al posto delle persone e continuiamo a utilizzare ettari di terreno fertile per l’alimentazione animale, con un forte impatto sul nostro Pianeta.

3.    Spreco alimentare. Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora commestibile sono sprecate: una quantità che rappresenta un terzo della produzione alimentare globale e sarebbe sufficiente a nutrire le 868 milioni di persone malnutrite nel mondo.

L’auspicio del BCFN è che si possa giungere ad un accordo mondiale sul cibo, sottoscrivendo degli impegni precisi per combattere tali paradossi. In particolare:

1.  Educazione alimentare e a stili di vita sani. La lotta all’obesità passa attraverso l’educazione alimentare e la promozione di stili di vita sani.  Le Parti dovrebbero concordare di promuovere l’educazione al cibo e all’attività fisica, a partire dalle scuole, seguendo l’esempio di Michelle Obama negli Stati Uniti, oltre a favorire una condivisione delle ricerche scientifiche sulla nutrizione. Andrebbero anche promosse le iniziative pubblico-private per colmare il deficit di conoscenza nella relazione tra dieta alimentare e salute.

2.  Riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria. Bisognerebbe limitare al 5% dei target nazionali sulle energie rinnovabili l’utilizzo di biocarburanti a base alimentare. Le Parti dovrebbero promuovere riforme agrarie mirate a bilanciare la proporzione tra terreni dedicati a biocarburanti e per l’alimentazione del bestiame e quelli per l’alimentazione umana. Allo stesso tempo, occorre combattere la speculazione finanziarie sui beni alimentari, che negli ultimi anni ha portato a forti aumenti di prezzo nei prodotti di prima necessità come il pane, alimentando tensioni sociali e guerre nel mondo.

3.  Lotta allo spreco alimentare. Le Parti dovrebbero fissare l’obiettivo di ridurre del 50% lo spreco alimentare entro il 2020, tramite campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine sulle filiere agricole volti a migliorare la pianificazione alimentare. Per ridurre lo spreco sarà importante seguire una gerarchia di priorità precisa, che parte dalla prevenzione, per passare al riutilizzo del cibo per il consumo umano, per gli animali e infine per produrre energia.

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