Conclave, Papa e gusto: i menu’ delle cucine vaticane

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Anche il Papa ama la buona cucina e ha un suo cuoco segreto. Ad ogni cambio del Pontefice cambiano anche i menu’ delle cucine vaticane

Anche il Papa tiene alla buona cucina. Non possiamo dire che il Pontefice sia goloso, perché la gola è uno dei vizi capitali, ma di certo possiamo dire che anche i successori di Pietro, da uomini quali sono, amano la buona cucina e hanno degli chef preferiti. Joseph Ratzinger, per esempio, preferiva nella gestione della cucina Sergio Dussin, un cuoco di Bassano del Grappa, che chiamava in Vaticano con regolarità per le occasioni speciali, come il suo 85esimo compleanno il 25 maggio 2012.

Il Papa emerito Benedetto XVI in occasione del suo compleanno mangiò risotto con asparagi bianchi di Bassano, preceduto da un Flan di zucchine con crema allo zafferano e seguito da un Medaglione di faraona disossata e farcita con spinaci al burro e dalla Torta Sacher.

Le cucine e i menù del Vaticano ‘cambiano’, del resto, ad ogni Conclave. La storia dei cuochi dei Papi, infatti, va di pari passo con la storia dei vari pontificati e cambia col cambiare di gusti, abitudini, passioni dei vari eletti al Soglio di Pietro.

Un famoso cuoco della storia del Vaticano è stato senza dubbio Bartolomeo Scappi, che ha raccontato del Conclave del 1549, che durò 71 giorni e elesse Papa Giulio III. Scappi lavorava per uno dei cardinali elettori e riferisce che per questi un pasto prevedeva di norma quattro servizi, due freddi (di credenza) e due caldi (di cucina), ognuno dei quali era composto da 8-10 portate.

Le portate di un giorno qualsiasi di quel Conclave prevedevano, per esempio, per i servizi freddi, biscotti dolci, lingue di manzo cotte nel vino, prosciutto cotto con capperi, uvetta e spolverata di zucchero, pasticcio di capriolo ricoperto di zucchero, pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata e fiori di finocchio. I servizi caldi erano generalmente di carne: anatra con prugne e visciole secche, tordi arrostiti con salsicce e arance, storni stufati con cervellate e cardi, pollastrelli ripieni con limone, zucchero,acqua di rose.

Anche Bartolomeo Scappi, poi, divenne cuoco di un Papa: Pio IV, amante della buona tavola, lo nominò ‘cuoco segreto’, ovvero privato del pontefice, nel 1564.

Quale sarà il menù dei cardinali chiamati in Conclave ad eleggere il successore di Benedetto XVI non è ancora dato saperlo, ma siamo sicuri che sarà un pranzo vario, per accontentare i gusti dei porporati arrivati da tutte le parti del mondo.

(gc) 

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