Ecco l’insalata dai rifiuti, fa bene all’ambiente e alle tasche
La scarola riciclata? Da oggi si può, scopri come è possibile ricavare l’insalata dagli scarti alimentari. Si apre una frontiera enorme per il futuro dell’alimentazione nel mondo
Un’insalata nata dai rifiuti. Ci sono voluti due anni di sperimentazione, ma ora la scarola “riciclata” è pronta per i banchi dei supermercati.
Si tratta di un’insalata – che ha passato tutto gli esami colturali, sanitari, organolettici e salutistici – ottenuta esclusivamente con l’aiuto di compost naturale ottenuto dalla parte umida e organica dei rifiuti domestici. L’ammendante, oltre a dare una collocazione ai rifiuti, migliora le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del suolo agrario.
La frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani rappresenta non solo una strategia di grande valenza ambientale ma anche agronomica perché migliora la qualità e la struttura del suolo e delle comunità microbiche, contenendo, tra l’altro, il costo del fertilizzante stesso. Il progetto – targato Cia e Università di Salerno e sostenuto dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali – nasce, non a caso, proprio nel 2009, in piena emergenza rifiuti in Campania, per dimostrare tutte le potenzialità di una corretta raccolta differenziata e dei benefici che essa può portare anche in molti settori produttivi. Il settore degli ammendanti è quello che è cresciuto di più tra i fertilizzanti, rappresentando oggi il 26 per cento del mercato totale italiano.
La produzione è arrivata a 1,2 milioni di tonnellate per un giro di affari, esclusi i residui organici, di circa 350 milioni di euro l’anno. Molti sembrano essere i benefici del compost: prima di tutto si tratta di una sostanza organica, il legame al quale si attaccano le radici per crescere. Che in Italia è drammaticamente diminuito negli ultimi 30 anni. Poi c’è da tenere presente che permette una maggiore capacità di ritenzione dell’acqua da parte del suolo. Il che, tradotto, significa usare meno irrigazione e meno rischi di smottamenti in caso di piogge torrenziali. Infine garantisce anche sostanze nutritive per le piante sostituendo parzialmente i fertilizzanti chimici.
Tirando le somme il compost fa bene all’ambiente ma anche alle tasche. E questo è uno dei motivi della rapida crescita del settore negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura biologica. Tornare al passato attraverso l’innovazione industrializzando i vecchi metodi naturali di concimazione”.
Nereo Brancusi
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