Il corpo ci racconta. Anche quando non lo sappiamo

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Cosa si nasconde dietro un modo di sedersi, di camminare, di gesticolare? Quando giocherelliamo con l’orologio, ci sfioriamo di continuo il naso, tormentiamo i capelli non siamo solamente tesi o emozionati: con il corpo stiamo raccontando qualcosa di noi, di molto personale

Per Vittorio Caprioglio di Riza l’espressione del nostro volto, le movenze delle mani, il modo che abbiamo di camminare e di muoverci raccontano a noi stessi e agli altri chi siamo.

I diversi distretti corporei raccontano ognuno un pezzetto della nostra storia. Secondo Alexander Lowen, il fondatore della Bioenergetica, asserisce in un modo di camminare, sedersi, gesticolare è riassunta tutta una vita. Pur tentando continuamente di nascondere a noi stessi e agli altri ciò che sentiamo, il nostro corpo è decisamente più sincero e spesso contraddice le parole ’di copertura’, raccontando la verità anche quando vogliamo mentire.

Braccia e gambe incrociate formano un nodo difficile da sciogliere. Una donna seduta in tale posizione, anche se sorridente, non è minimamente disponibile nei confronti del suo interlocutore: sta difendendo il petto (sede del mondo dell’affettività) e il bacino (sede del mondo istintuale e della sessualità).

Quando una donna si accarezza la collana ha piacere a stabilire un rapporto più profondo con chi gli è di fronte; se poi la muove attorno al collo sta lanciando un chiaro segno di attrazione.

Se invece all’improvviso raccoglie i capelli a crocchia, il messaggio è di chiusura, senza speranze. I capelli infatti, concentrato di femminilità, nella loro forma allungata sono sinonimo di filo capace di legarsi all’interlocutore sino a “catturarlo” in una ragnatela seducente e inestricabile; quando la disponibilità a intrecciare un legame viene meno, questi “ami” lanciati vengono prontamente ritratti e raccolti.

L’uomo che si tocca la cravatta in presenza di una donna rivela il desiderio di focalizzare la sua attenzione su di se e di lanciarle un messaggio che si sposta da un piano più neutro a uno più strettamente emotivo. In questa visione anche il colore, la foggia, la grandezza della cravatta connotano il vissuto che l’uomo ha di se e della disponibilità a “mettersi in gioco”.

Mettere le mani in tasca durante una conversazione tradisce un certo grado d’imbarazzo: è come se l’interlocutore non sapesse proprio “dove mettere le mani”.

Mettere le mani dietro la testa esprime sicurezza. Chi assume questo atteggiamento testimonia grande tranquillità e disinvoltura nel relazionarsi all’altro o al gruppo.

Quando nell’ambito di una discussione o prima di un intervento in pubblico qualcuno si passa distrattamente la mano tra i capelli, sta cercando di mettere ordine tra le sue idee prima di esporle.

Il corpo non mente dunque: spesso non ce ne rendiamo conto, o forse crediamo di controllarci perfettamente, eppure la  nostra gestualità invia dei messaggi davvero inequivocabili. Sarebbe sufficiente imparare a “leggere tra le righe” i gesti dei nostri interlocutori per riuscire a scoprire voglie inconfessabili o antipatie viscerali, prima ancora che loro stessi ne siano consapevoli!

 

(Pietro Vicenti)

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bioenergetica, corpo, linguaggio, sessualit

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