La Norvegia alle prese con la crisi del burro. Un problema per gli eredi dei Vichinghi

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In questi giorni la Norvegia sta fronteggiando una nuova crisi. La crisi del burro. Ecoseven.net ti spiega le ragioni di questa situazione che sta vivendo uno dei paesi nordici più ricchi

Chi lo avrebbe mai detto? Un intero paese, la Norvegia, si trova a dover combattere contro l’assenza di burro. Triste, soprattutto in periodo di feste natalizie. I Norvegesi, infatti, rischiano di trovarsi senza condimento per i dolci festivi.

Niente burro nei supermercati e ipermercati dei dirimpettai non europeisti. Come mai? A darci una probabile risposta è il sito Views and News from Norway, che dichiara colpevole di questa situazione la minor produzione di latte durante l’estate. Attanagliata dalle tante piogge, la Norvegia ha visto ridursi la qualità del fieno con cui sono state nutrite le mucche e, alla fine della filiera, ha subito un  taglio del 25% della produzione.

Non solo. Ad essere responsabili di tutto sono anche gli stessi norvegesi, i quali sono diventati fan delle diete “lavkarbo”,  aumentando drasticamente il consumo di grassi nella loro dieta, a scapito dei carboidrati.

Gli eredi dei vichinghi sembrano vivere una vera “crisi del burro”. Tante le conseguenze. Questo bizzarro problema si ripercuoterà certamente nel mondo del commercio, soprattutto tenendo conto che la Norvegia non fa parte dell’Unione Europea e impone dazi commerciali elevati sui beni importati.

Le due aziende casearie che detengono il monopolio del burro, così,  sono alla disperata ricerca del prodotto all’estero, e lo stanno importando dal Belgio e dalla Danimarca. Mentre il Ministro dell’Agricoltura norvegese ha annunciato di voler abbassare il dazio sull’importazione del burro, almeno per le festività natalizie.

Ad attrezzarsi sono anche gli stessi cittadini. Si organizzano viaggi per la Svezia, mercati secondari (un panetto di burro costa anche 350 euro) e trasmissioni televisive che promettono 1000 panetti di burro, utili ad alleviare il dolore dell’assenza di questo bene primario.

E il 2011 finisce con un mondo in crisi. Economica, finanziaria, dei valori e, in questi giorni, anche di burro.

(GC)

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