La Pac di Bruxelles inquina di piu’ e costa di piu’
Dopo il Forum agroalimentare di Cremona le associazioni di categoria hanno deciso di riunirsi per dare un segnale all’Europa e contrastare una politica agricola comune che rischia di costare di più e inquinare di più
In Europa si delinea una politica agricola – e quindi alimentare – che rischia di generare maggiore inquinamento e costi più elevati. Gli attori del comparto agroalimentare si sono riuniti a Cremona al primo forum nazionale sull’agricoltura al fine di redigere un documento finale che sia condiviso dalle quattro organizzazioni di categoria – Coldiretti, Confagri, Cia e Copagri – con il quale andare a discutere la politica europea. Che, così com’è, rischia di inquinare di più invece che tutelare il "verde" d’Europa. Si tratta di un passaggio importante per il made in Italy agroalimentare, il cui valore e la cui sicurezza dipendono dal settore "primario".
Il 18 novembre sarà a Roma il commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos per parlare ancora una volta della riforma della Politica agricola comune, vale a dire la politica comunitaria che pianifica le risorse da destinare all’agricoltura e allo sviluppo rurale (compreso la tutela del paesaggio) di tutti gli stati che fanno parte dell’Unione. Uno dei punti di maggiore discussione è il tema del “greening”, tanto voluto da Bruxelles, che prevede la rotazione triennale delle colture.
Secondo le associazioni di categoria il modello “ecologicamente sostenibile” di Ciolos creerebbe non pochi problemi in Italia. Sia al Nord, dove la zootecnia ha bisogno di essere sempre più competitiva, che al Sud, dove si coltiva grano. Ma le perplessità degli operatori del settore sul desiderio da parte di Bruxelles di “rinverdire” l’agricoltura europea non sono solo queste. Il settore infatti è legato a doppio filo alla meccanizzazione agricola, che rappresenta – in conto terzi – il 98 per cento del lavoro dei campi. La rotazione triennale vuol dire triplicare l’uso delle macchine, e di conseguenza triplicare l’inquinamento. Senza contare i costi. Ora bisognerà aspettare il 18 novembre per sapere quale sarà il prossimo ministro delle Politiche agricole, per sapere se le organizzazioni agricole troveranno un percorso condivisibile in un documento unico e per sapere cosa dirà Ciolos. (Nereo Brancusi)
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