Mondiale di calcio: fonte di stress positivo
Il mondiale di calcio e’ occasione per stare insieme e insieme soffrire, in attesa del fischio dell’arbitro
L’ansia Mondiale di Calcio si fa sentire, puntuale, ogni 4 anni. C’è chi è più appassionato e chi meno, ma quando è la Nazionale (di qualunque Paese) a rincorrere un pallone su un grande prato, allora l’evento si trasforma in una ‘positiva ondata di stress – come afferma Piero Barbanti, Responsabile del Centro per la diagnosi e la cura delle cefalee e del dolore dell’IRCCS San Raffaele Pisana.
‘Il primo aspetto è l’attesa dell’evento – spiega il dott. Barbanti – che vuol dire motivazione ed energia. Il sistema vegetativo, il nostro ministro degli interni, indirizza progressivamente la vita viscerale dal tram-tram quotidiano verso l’inquietudine, tramite una attivazione simpatica adrenergica. Il risultato è una sensazione di maggiore di vitalità’. ‘Poi c’è la partita, e dunque il senso del rischio – prosegue il neurologo – E’ questo l’elemento eccitante per il tifoso, non il conseguimento del risultato finale. E’ dimostrato che il “piacere per la ricompensa” (reward) è elevatissimo nelle condizioni di massimo rischio (cioè il soggetto non sa se vincerà o perderà) e minimo nelle condizioni estreme (quando sa di aver perso o di avere vinto)’.
‘E’ indiscutibile che i mondiali costituiscono un’occasione irripetibile di socialità e felicità collettiva in un mondo in cui accostiamo ma non amalgamiamo con l’altro le nostre esperienze emotive’, aggiunge Barbanti. E il Mondiale diviene un pretesto per stare insieme e insieme ‘stressarsi’.