Mozzarelle: ok a tracciabilita’ latte, no a diversi stabilimenti
Sì all’adozione del sistema di tracciabilità obbligatorio per il latte di bufala, ma no all’introduzione dell’obbligo del doppio stabilimento per produrre formaggi freschi diversi dalla mozzarella Dop
E’ giusto che venga introdotto un sistema di tracciabilità del latte di bufala, ma no all’introduzione del doppio stabilimento, attraverso il divieto per i produttori della mozzarella Dop di usare latte non proveniente dall’area in cui vengono le bufale campane, comprendente le province di Caserta, Napoli, Salerno, Latina, Foggia e Isernia. Sono queste le due principali richieste sottoscritte della associazioni che raccolgono gli allevatori delle bufale e i produttori dell’oro bianco, ovvero Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Confindustria, e inviate agli organi competenti, ovvero al Ministero per le Politiche Agricole e alla Regione, perché li adottino con urgenza entro la fine del mese di marzo.
Il documento nasce dall’unione di diverse esigenze, dalle richieste avanzate dal Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop, di cui le quattro associazioni sono socie, e che da oltre un anno si batte per evitare che entri in vigore, entro il 30 giugno 2014, la norma che introduce l’obbligo del doppio stabilimento per i produttori della bufala, i quali saranno dunque costretti ad ulteriori investimenti se vorranno continuare, come fanno adesso, a utilizzare latte di altri animali per produrre formaggi freschi diversi dalla mozzarella Dop.
A chiedere che i produttori di mozzarella di bufala utilizzino solo il latte di provenienza certificata, come già avviene per il Parmigiano Reggiano, in modo da garantire i consumatori da eventuali frodi è sia il Consorzio sia le associazioni di categoria. E ancora: i quattro sottoscrittori chiedono al Ministero delle Politiche Agricole di eliminare, con un’azione di interpretazione autentica della normativa, l’altra previsione secondo cui va smaltito come rifiuto il latte di bufala che non viene lavorato per la produzione della dop entro un arco temporale di 60 ore dalla mungitura, circostanza che spinge molti produttori, dopo aver gettato il latte inutilizzato, a servizi di materia prima di altre specie per produrre altri formaggi e avere un maggiore ritorno economico.
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