Ricci di mare, 7 consigli utili per proteggersi in acqua

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Chiunque decida di passare una bella giornata al mare con l’arrivo dell’estate, deve fare attenzione anche alle punture dei ricci di mare. Ecoseven.net vi suggerisce 7 consigli utili per proteggersi in acqua

Chiunque decida di passare una bella giornata al mare con l’arrivo dell’estate, deve sempre avere l’accortezza di evitare i potenziali pericoli che si nascondo in acqua. Oltre alle meduse e alle tracine infatti, anche i ricci di mare sono molto diffusi nelle nostre spiagge, presenti soprattutto nelle aree di balneazione con tratti di scogliera. Si tratta di organismi marini ‘poco aggressivi’, da sempre sparsi sulle coste del Mediterraneo e responsabili del ferimento di numerosi bagnanti e subacquei che inevitabilmente entrano a contatto con i loro corpi coperti di spine. 

I ricci di mare hanno in realtà due diversi meccanismi di difesa. Uno è costituito dalle spine, che producono dolorose punture. Il secondo sono degli organi chiamati ‘pedicellarie’ che si trovano tra gli aculei e rilasciano il veleno quando si attaccano a qualcosa (o a qualcuno). 

La puntura del riccio di mare può causare gonfiore, arrossamento, dolore ed infezioni, e molteplici forature profonde possono addirittura portare a complicazioni respiratorie, anche gravi. Per limitare quindi i danni causati dal contatto involontario con un riccio di mare, Ecoseven.net vi suggerisce 7 consigli utili per proteggersi in acqua:

1) Subito dopo essere stati punti, rimuovere le spine del riccio dalla zona ‘colpita’ (se possibile). I ricci di mare rilasciano il veleno da due punti: le spine e la pedicellaria, che è formata da piccoli ‘organi prensili’ posizionati tra gli aculei. E’ possibile rimuovere le spine con le mani o con delle pinzette, se disponibili. Occorre però compiere l’operazione con delicatezza, perché le spine si spezzano facilmente. Per quanto riguarda la pedicellaria: è possibile rimuoverla applicando della schiuma da barba e raschiandola via delicatamente con un rasoio. Un altro metodo utile per rimuovere la pedicellaria è quello di scaldare della cera, applicarla sulla zona interessata e lasciare che si secchi. Una volta seccata, si rimuove la cera, eliminando con lei i minuscoli frammenti di pedicellaria.

2) Dopo essere usciti dall’acqua è possibile trattare la ferita con dell’aceto (se disponibile). Occorre bagnare una salvietta (che non sia di garza) nell’aceto, tenendola sulla parte interessata per più tempo possibile.

3) Mettere a bagno la parte ‘colpita’ nell’acqua molto calda (37° – 40°C se possibile) per un periodo tra i venti e i quaranta minuti. Questo diminuirà il dolore (o lo eliminerà del tutto), alleviando il fastidio già dal giorno successivo. Prima di andare dormire, ripetere il trattamento con l’aceto: avvolgere la parte interessata con una salvietta imbevuta e avvolgerla in una benda di plastica, fissando il bendaggio con un nastro adesivo per mantenerlo durante la notte.

4) Dopo il bagno nell’aceto sarebbe ideale lavare la parte interessata con un sapone antibatterico e/o applicare una crema o pomata antibiotica.

5) In caso di necrosi, eruzioni cutanee o casi di infezione, consultare il medico per un controllo ed un eventuale trattamento terapeutico. Consultare il medico soprattutto se si riscontrano problemi di respirazione o se le spine del riccio sono localizzate troppo in profondità e nei pressi di un’articolazione.

6) Alleviare il dolore della puntura con dosi di paracetamolo o ibuprofene, se necessario. Il paracetamolo può essere assunto ogni quattro ore, l’ibuprofene invece, ogni sette-otto ore.

7) Trattamento veloce: se non si riesce a rimuovere le spine del riccio, mettere semplicemente dell’aceto in un contenitore adatto, immergendo la parte interessata per più tempo possibile. Progressivamente le spine dovrebbero dissolversi da sole, trasformarsi in una sorta di alone punteggiato di nero. Attenzione: non incidere la pelle con nessun tipo di ago o spilla, meglio far assorbire le spine del riccio dall’organismo se non si riesce a rimuoverle completamente. Le spine infatti sono composte soprattutto di calcio, perciò un’integrazione di Vitamina D dovrebbe aiutare il corpo ad assorbirle più velocemente.

(Matteo Ludovisi)

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