Tumore, lo si puo’ battere se diagnosticato prima. Il caso del melanoma
Farsi controllare almeno una volta all’anno dal dermatologo per prevenire il melanoma. Il punto critico è la mancanza di comunicazione, la gente non è molto informata. Bisogna raggiungere gli standard di attenzione che le donne hanno sul tumore al seno, così vedremo i risultati
Il melanoma, sebbene sia un tumore aggressivo e potenzialmente letale, e’ anche il piu’ battibile, perche’ e’ immediatamente visibile e diagnosticabile: con piu’ prevenzione e diagnosi precoci e’ possibile evitare 1.600 casi l’anno solo in Italia, ossia i tumori metastatici che ormai lasciano poche speranze. L’appello a una maggiore prevenzione arriva dall’Asco, il piu’ importante congresso mondiale di oncologia in corso a Chicago. "In un tumore come il melanoma – sottolinea Alessandro Testori, direttore della Divisione melanomi e sarcomi muscolo cutanei dell’IEO di Milano – e’ intollerabile che ci sia una diagnosi ritardata. Basta farsi controllare la pelle, i nei in primis, una volta l’anno con una visita dermatologica coadiuvata da un esame in epiluminescenza, e se preso precocemente il melanoma e’ uno dei tumori piu’ guaribili. Non si puo’ morire di melanoma".
I dati parlano chiaro: con una diagnosi precoce guarisce l’80-85 per cento delle donne e il 70-75 per cento degli uomini, a fronte di percentuali praticamente nulle in caso di melanoma gia’ in fase avanzata. "E’ importante farsi vedere dal dermatologo, ma anche controllarsi da soli – aggiunge Testori – non a caso sappiamo che le persone in coppia sono piu’ controllate e meno soggette al rischio dei single, proprio perche’ si controllano a vicenda". Se le opzioni terapeutiche, dopo decenni di stasi, cominciano a offrire segnali importanti di risveglio (ieri proprio all’Asco sono stati presentati studi su due farmaci, vemurafenib e ipilimumab, che hanno dimostrato di allungare la sopravvivenza e ridurre il rischio di morte a breve termine), la prima arma contro il melanoma rimane la diagnosi precoce, anche ’fai da te’: "Possiamo fotografare i nostri nei -spiega l’oncologo – a distanza di 3 o 4 mesi e confrontare eventuali cambiamenti nell’aspetto e nel colore. Il segreto e’ il sistema ABCDE, ossia valutare asimmetria, bordo, colore, diametro e elevazione".
Eppure l’Italia su questo e’ ancora indietro: "Dobbiamo fare piu’ campagne di comunicazione – avverte Paolo Ascierto, direttore dell’Unita’ di oncologia medica e terapie innovative all’istituto dei tumori Fondazione Pascale di Napoli – perche’ evidentemente questo e’ un tema poco sentito. Se tutte le donne ormai si sottopongono a controlli al seno e ginecologici regolari, deve essere cosi’ anche per le visite dermatologiche. Su questo noi in Campania abbiamo varato un progetto innovativo: nelle farmacie c’e’ un apparecchio che fotografa i nei con una dermatoscopia, poi l’immagine viene inviata all’istituto e entro 72 ore noi mandiamo il referto direttamente alla farmacia, cosi’ il paziente se necessario puo’ immediatamente venire da noi per una visita piu’ accurata".(fonte: Agi)
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