Zafferano: ecco come evitare le truffe e scegliere la qualità

Condividi questo articolo:

Come comprare lo zafferano, le zone dove si coltiva in Italia e i consigli per chi vuole piantarlo a casa

Lo zafferano è una delle spezie più pregiate e anche più costose; viene coltivato nel bacino del mediterraneo e in Iran e in generale dove trova climi abbastanza secchi.

Nel nostro paese viene coltivato soprattutto in Abruzzo, in Sardegna e nelle Marche e raccolto in autunno. La parte preziosa sono gli stimmi rossi, se ne trovano tre per fiore ed estrarli è un lavoro da fare a mano e quindi richiede tempi lunghi dato che bisogna lavorare fiore per fiore.

Per ottenere un kg di zafferano essiccato bisogna ricavare gli stemmi di più di 200.000 fiori. Significa lavorare per 600 ore. Non risulta difficile capire perché questa spezia sia tanto costosa.

Uno dei problemi più frequenti, è facile immaginarlo, sono le contraffazioni. Quando lo compriamo in polvere siamo sempre a rischio. Per questo, se vogliamo avere garanzia della bontà del prodotto, dobbiamo comprarlo a stimmi.

Tra le produzioni di eccellenza italiane segnaliamo lo zafferano del L’Aquila, lo zafferano di San Giminiano in Toscana e quello di Sardegna.

I prezzi possono anche arrivare a dieci euro per confezioni da 0,20 o 0,30 grammi, ovviamente parliamo di prodotto venduto a stimmi. In questo caso saremo più sicuri della provenienza e avremo un prodotto italiano. Comprarlo in polvere è più economico, ma non possiamo essere certi della provenienza e di eventuali tagli con spezie simili come la curcuma e la calendula.

Molti lo definiscono l’oro rosso tra le spezie e possiamo anche provare a coltivarlo a casa. Ecco come fare.

 

Questo articolo è stato letto 33 volte.

casa, comprare, Italia, polvere, truffe, zafferano

Comments (4)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net