Perché la marijuana mette fame?

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Non solo sballo, la marijuana è studiata per le sue proprietà mediche

In gergo la chiamano ‘fame chimica’, ma lo stimolo dell’appetito fornito dalla cannabis è oggetto di ricerche perché a livello medico potrebbe aiutare mettere fame a persone che per varie ragioni sono inappetenti.

Funziona così: il recettore CB1 viene stimolato dal dronabinol, principale principio attivo della cannabis (comunemente detto THC); il recettore CB1 quindi stimola il rilascio di un ormone che mette appetito. (Infatti si pensa che limitando la sua attività si possa perdere peso). C’è da dire che il meccanismo secondo il quale questo recettore stimola o meno la fame è ancora oggetto di studio.

Neuroscienziati dell’università di Yale hanno svelato che le cellule nervose chiamate POMC giocano un ruolo chiave in questo processo. Si era sempre pensato che le cellule POMC promuovessero un senso di sazietà, ma il nuovo studio ha scoperto che questi neuroni liberano anche ormoni che stimolano l’appetito.

Per questo la cannabis può avere un’importanza per alcune terapie: ad esempio ridare l’appetito ai malati di tumore che lo perdono a causa delle chemioteapie o stimolare la fame nelle persone che soffrono di anoressia.

Quest’autunno abbiamo dato la notizia che l’esercito italiano produrrà la marijuana di Stato, da utilizzare a scopo terapeutico.

a.po

 

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