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Il vino di Sicilia ‘scappa’ in Asia e naviga nel Pacifico

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Tutto è iniziato a luglio, quando la dogana russa cominciava ad alzare i prezzi minimi di riferimento. I produttori siciliani hanno iniziato a guardare in Asia e nel Pacifico, così sono sbarcati ad Hong Kong. Il vino siculo è pronto a ‘scappare’ nell’Estremo Oriente

Non più solo Russia e Stati Uniti, ma il vino made in Italy punta ora più che mai ai paesi Bric. L’Asia rappresenta il mercato del futuro anche per il vino di qualità. E quello di Sicilia sbarca a Hong Kong. A dimostrare la nuova tendenza dell’export vitivinicolo è la mappatura dei consumi internazionali, e la città asiatica rappresenta una piattaforma strategica e distributiva per tutto il commercio nei mercati dell’area Asia-Pacifico.

Non a caso, l’ex protettorato del Regno Unito, è stata la sede dell’Hong Kong Wine & Spirits Fair, diventata nel giro di pochi anni, una della campionarie di riferimento per il commercio dei vini in tutto il continente asiatico. Alla sua quarta edizione, che è svolta agli inizi di novembre, la Sicilia del vino sarà presente con una delegazione composta da ventuno aziende, guidata dall’IRVV, che hanno preso posto all’interno dello Stand Italia, gestito e coordinato dal “Vinitaly in the World – Veronafiere” e dall’Istituto per il Commercio Estero.

L’Italia è stata proclamata partner dell’importante fiera di Hong Kong e per questo può contare su una ribalta privilegiata per poter giocare un ruolo di primo piano. Quello del mercato asiatico infatti è uno scenario sempre più interessato ad accogliere vini di territorio carichi di personalità e non omologati. Tutto è nato a luglio scorso, quando – forse anche per via dell’aumento da parte delle dogane russe dei prezzi minimi di riferimento per il vino italiano in entrata – la Sicilia organizzava una “missione” in estremo Oriente grazie al coordinamento dell’Istituto Regionale della Vite. In modo che alcune aziende dell’isola potessero prendere parte all’incoming organizzato in Sicilia dall’ Hong Kong Trade Development Council (HKTDC). Ovvero l’ente legale per la promozione del commercio estero di Hong Kong –  nonché organizzatore dell’HKWSF – che ha portato nell’isola operatori e buyers asiatici interessati a esportare vino siciliano.

Insomma, il made in Italy – secondo Pil nazionale con un fatturato di oltre 170 miliardi di euro l’anno – punta sempre di più all’estero. Alla ricerca di mercati sempre nuovi e “meno difficili”.

(Nereo Brancusi)

 

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