Dimagrire rapidamente fa male?
Dimagrire in vista dell’estate: ma quale dieta scegliere? E quanto perdere a settimana?
Spesso si sente parlare di diete che promettono dimagrimenti rapidi: i famosi 7 chili in 7 giorni dell’omonimo film italiano degli anni 80! Ma questo tipo di regimi alimentari sono innocui per la salute? In altri termini, dimagrire così rapidamente è fisiologicamente accettabile o presenta delle problematiche? Forse la domanda sarà retorica e banale ma non per tutti. Siamo attirati da qualsiasi rimedio che ci fa faticare poco ed ottenere risultati in altrettanto meno tempo. Vogliamo rimediare agli eccessi di un’intera vita in 2 settimane e per giunta pretendendo di mantenere i risultati nel tempo. Mi dispiace deludervi ma siete fuori strada.
Un regime alimentare ipocalorico (la famosa dieta dimagrante) è un intervento che va valutato bene da figure professionali abilitate a farlo, tenendo conto dello stato fisio-patologico della persona. Questo perché la prima cosa che va salvaguardata è proprio la salute.
Secondo le Linee Guida Italiane sull’Obesità (LiGIO’99) redatte dalla Task Force Obesità Italia (TFOI), “La prima tappa di una terapia finalizzata alla perdita di peso è di fare perdere il 10% del peso corporeo iniziale a tutti i soggetti che sono in Sovrappeso. Se quest’obiettivo viene raggiunto si può prendere in considerazione la possibilità di affrontare un’ulteriore perdita di peso.”
Con una perdita del 10% del peso corporeo rispetto a quello di partenza si cominciano a vedere i primi risultati in termini di riduzione significativa dei rischi associati all’Obesità. Inoltre predispone il soggetto a un’ulteriore perdita di peso, laddove necessario. E’ preferibile ottenere una perdita di peso moderata e mantenerla nel tempo piuttosto che una perdita di peso consistente ma riacquistare i chili persi con gli interessi. Per di più, per ottenere perdite di peso imponenti in breve tempo, si fa ricorso a diete troppo drastiche (< 1200 kcal) e sbilanciate a livello di macro e micronutrienti (diete iperproteiche, ipoglucidiche, etc.). L’obiettivo di una dieta è quello di far perdere massa grassa e preservare quella magra (muscolo). Questo non accade con diete troppo drastiche, che fanno perdere massa magra (che pesa molto di più di quella grassa) e contribuiscono alla riduzione del metabolismo basale. Si instaura così un circolo vizioso: l’organismo percepisce lo scarso introito calorico e si difende abbassando il metabolismo basale, così da far fronte allo stato di “carestia” e risparmiare energia. Veniamo da milioni di anni di evoluzione e scarsità di cibo, per questo ci siamo adattati a far fronte a queste situazioni in maniera del tutto fisiologica.
Inoltre, è difficile seguire per lunghi periodi questi regimi alimentari e si corre il rischio di abbandonarli dopo poco tempo, ritornando alle abitudini precedenti. Questo porta ad un aumento dell’insoddisfazione per il proprio aspetto fisico e ad una riduzione dell’autostima. Oltre a tutto, si recuperano tutti i chili persi rimpiazzando il muscolo con il grasso, provocando un danno all’organismo. Ricordo che la massa magra contribuisce al mantenimento del metabolismo basale e al dispendio di energia.
Il tasso di dimagrimento consigliato è di 0,5-1 kg/settimana che si ottiene impostando la dieta con un deficit energetico di 500-1000 kcal/die rispetto al fabbisogno energetico del soggetto, da valutare caso per caso. Inoltre, ci sono numerose evidenze scientifiche che la perdita di peso rapida aumenta il rischio di calcolosi biliare e, a volte, di squilibri elettrolitici.
Una dieta dimagrante moderatamente ipocalorica e ipolipidica di tipo mediterraneo, resta l’unico intervento utile ed innocuo per ottenere una perdita di peso fisiologica, che deve essere obbligatoriamente associata ad un cambio dello stile di vita, diventato oramai troppo sedentario e ad un incremento dell’attività fisica.
D’accordo dimagrire per la “prova costume” ma non possiamo farlo a scapito della salute.
Bibliografia:
Linee Guida Italiane sull’Obesità (LiGIO’99) redatte dalla Task Force Obesità Italia (TFOI),
Del Toma Eugenio. 2005. Prevenzione e terapia dietetica. Il Pensiero Scientifico Editore
Wudel Jr. LJ, Wright JK, Debelak JP, Allos TM, Shyr Y, Chapman WC. 2002. Prevention of Gallstone Formation in Morbidly Obese Patients Undergoing Rapid Weight Loss: Results of a Randomized Controlled Pilot Study. Journal of Surgical Research. 102(1):50–56
Erlinger S. 2000. Gallstones in obesity and weight loss. Eur J Gastroenterol Hepatol. 12(12):1347-52.
Yang H, Petersen GM, Roth MP, Schoenfield LJ, Marks JW. 1992. Risk factors for gallstone formation during rapid loss of weight. Digestive Diseases and Sciences. 37(6):912-918
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