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Il fritto? Non fa male, basta cucinarlo bene!

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Finalmente una buona notizia, di quelle che mette d’accordo i golosi e quelli più attenti alla linea: il fritto non fa male. Basta prepararlo a regola d’arte.

Lo hanno messo in evidenza gli esperti che hanno preso parte al convegno della Fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione. Oltre a seguire alcune specifiche regole di cottura, i fritti dovrebbero essere inseriti in una dieta equilibrata. Già una ricerca precedete aveva dimostrato che in tema di alimentazione il fritto non è nemico della linea. Adesso gli studiosi vogliono far comprendere quali sono i pericoli per la salute determinati dai cibi fritti, in modo che ognuno di noi possa pensare a salvaguardarsi. Uno dei pericoli della frittura è costituito dall’assorbimento dei grassi da parte degli alimenti, che quindi aumentano il loro contenuto calorico. Per ovviare a questo inconveniente si dovrebbe cercare di mantenere fra i 160°C e i 180°C la temperatura dell’olio.
 
Inoltre può capitare che attraverso la frittura si formino sostanze che potrebbero essere pericolose a livello potenziale. In ogni caso alcuni accorgimenti utili potrebbero consistere nell’evitare di friggere insieme più cibi e nell’usare la carta assorbente, per eliminare l’olio in eccesso dopo il processo di frittura.
 
Se poi vogliamo dei fritti più sani, un filtro ci può salvare la vita. Attenzione comunque anche agli oli da utilizzare. È essenziale che essi siano stabili anche a temperature elevate. Da sfatare il mito che l’olio extravergine d’oliva renda i cibi fritti più pesanti rispetto all’olio di semi. Infatti non bisogna dimenticare che l’extravergine d’oliva contiene sostanze importanti per il nostro benessere come gli antiossidanti. Da evitare il riutilizzo dello stesso olio per più fritture.

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