Combattere il dolore nel modo migliore possibile

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Tre pratiche di auto-consapevolezza per cercare di affrontare la perdita e la sofferenza e per imparare a resistere

Negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione: sono queste le cinque fasi che si attraversano per superare un lutto, una perdita, un dolore improvviso. Si tratta di un processo difficile, durante il quale rischiamo di cadere in abitudini insane, comportamenti sbagliati, dipendenze (da televisione, da shopping, da alcol). Per affrontarlo, possono essere utili le pratiche di auto-consapevolezza, un allenamento della mente che ci rende più connessi con la realtà e con quanto sta accadendo nel presente, senza giudizi su noi stessi e dagli altri.

Ci sono molti studi che suggeriscono che praticare la consapevolezza regolarmente – magari attraverso la meditazione – può ridurre lo stress, aumentare il nostro sistema immunitario e favorire un senso generale di benessere.
Ecco alcuni metodi per iniziare a farlo.

1. Osservare il respiro: pratica fondamentale per distaccarsi da un eccesso di pensiero che non porta da nessuna parte.
La respirazione è qualcosa che facciamo costantemente e automaticamente, ma si può utilizzare questo processo naturale come oggetto di concentrazione che ci collega intimamente con quello che sta succedendo, qui e ora, nella mente e nel corpo. Riconoscendo i nostri sentimenti, ci permette di onorarli e questo, a sua volta, può aiutarci ad andare avanti e guarire.
Bisogna sedersi in un ambiente confortevole, con postura eretta – su una sedia o sul pavimento con un cuscino – poi chiudere gli occhi e rilassare coscientemente il viso, le spalle e il corpo. La consapevolezza deve andare sul respiro che si muove dentro e fuori dal corpo, magari utilizzando la punta del naso o le narici per mettere a fuoco. A quel punto la mente sarà libera di rivivere la storia e osservarla, affrontando le emozioni con consapevolezza, gentilezza e compassione verso noi stessi.

2. Visualizzazioni con il respiro: una volta che ci si sente a proprio agio con l’osservazione del respiro, può essere utile progredire a pratiche più sottili che possono avere un impatto un po’ più immediato sul nostro umore.
Sedersi in alto, in una posizione comoda e osservare il respiro, permettendogli di riempire la pancia e immaginando che stia riempiendo tutto il corpo, dalla parte superiore della testa fino alla punta delle dita dei piedi. Stare attenti alle sensazioni e non cacciarle via.
Visualizzare che, con ogni inalazione, si sta respirando una dolce energia di guarigione che rivitalizza il corpo e il cuore e che, con l’espirazione, si stanno lasciando andare fuori dal corpo tensione, dolore, rabbia e tristezza.

3. Auto-consapevolezza all’aria aperta: una pratica che si fa in luoghi esterni, magari durante una passeggiata lenta.
Si inizia sempre con la respirazione, prendendo atto della qualità dell’aria, della sua temperatura o del suo odore; si osservano tutti i suoni, il calore, la terra – anche nelle radici, profondità che ci radicano al mondo. I sentimenti negativi hanno lo spazio per diffondersi fuori da noi, mentre noi possiamo rimanere in piedi, sostenuti dalla terra e dall’aria, consapevoli che soffrire non ci farà cadere a terra.

Il dolore è naturale, bisogna accettarlo ed esserne consapevoli per potersene liberare: riconoscere la nostra vulnerabilità ci aiuta a trovare anche la nostra forza e a continuare a respirare.
E allora: facciamolo.

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benessere, dolore, meditazione, respiro, sollievo, terapia, Yoga

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