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Acque reflue: dall’Ue ultimatum di 2 mesi all’Italia

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Più di 147 i comuni sull’intero territorio italiano che non sono in grado di gestire il ciclo delle acque reflue urbane. Da 13 anni non rispettiamo i parametri europei, ora la Commissione ci da’ soltanto due mesi di tempo, prima di deferire il nostro paese alla corte di giustizia dell’Ue

Ultimatum di due mesi dalla Commissione europea all’Italia per il trattamento delle acque reflue urbane.  Almeno 143 città sparse sul territorio nazionale, secondo i dati della Commissione, non sono ancora collegate al giusto impianto di smaltimento delle acque, sono prive di impianti per il trattamento secondario e non hanno la capacità di gestire le variazioni di carico delle acque reflue.

L’Italia, rileva la Commissione europea, ’’ha compiuto dei progressi ma, nonostante gli avvertimenti precedenti, 13 anni dopo il termine fissato non ha ancora rispettato quanto prescritto’’. La Commissione ha pertanto deciso di ’’emettere un parere motivato. L’Italia ha due mesi per mettersi in regola. Se non adottera’ i provvedimenti necessari, potra’ essere deferita alla Corte di giustizia dell’Ue’’.

’’Secondo quanto previsto dalla normativa Ue in materia di trattamento delle acque reflue urbane, – ricorda la Commissione europea – gli agglomerati con oltre 10 mila abitanti dovevano dotarsi, a partire dal 1998, di sistemi per la raccolta e il trattamento delle acque reflue. Gli Stati membri sono tenuti inoltre a garantire che le acque che entrano nei sistemi di raccolta subiscano un trattamento ’secondario’ volto a rimuovere le sostanze inquinanti prima che siano scaricate nel mare o in acqua dolce. Gli impianti di trattamento devono inoltre essere in grado di fare fronte alle variazioni stagionali di carico delle acque reflue’’.

’’Questo caso – aggiunge la Commissione europea – e’ complementare a un altro, sempre riguardante l’Italia, relativo alle citta’ di dimensioni maggiori (con oltre 15 mila abitanti) che non scaricano in aree sensibili: queste erano tenute a conformarsi alla normativa sul trattamento delle acque reflue urbane entro il 2000. Per questo caso la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue a maggio 2010. Inoltre, sono attualmente in corso indagini per valutare la situazione negli agglomerati di dimensioni inferiori, per i quali il termine per conformarsi scadeva nel 2005’’.

(VG/Com)

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