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Animali in via di estinzione: a rischio il 41% degli anfibi e il 26% dei mammferi

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Nature lancia l’allarme: le attività umane, dalla pesca intensiva all’agricoltura, minacciano l’esistenza di molte specie

Il 41% degli anfibi è a rischio estinzione, corrono lo stesso pericolo il 26% dei mammiferi e in 13% degli uccelli.

Alcuni esempi? L’elefante di Sumatra, il leopardo dell’Amur, e il Gorilla di montagna; ma sono anche a rischio estinzione animali che fino a poco fa ritenevamo al sicuro: i Bonobo, il Tonno pinna blu e le Tartarughe Caretta caretta, ad esempio.

Il colpevole è facile da individuare: l’uomo. Le nostre attività sono letali per molte specie: milioni di ettari di foresta sono distrutti per far posto all’agricoltura ogni anno e questo lascia gli animali senza il loro habitat; anche l’introduzione di alcune specie “invasive”, spesso spinta dagli umani, mette a rischio gli equilibri di alcuni ecosistemi. Allo stesso tempo la pesca intensiva e l’inquinamento stanno distruggendo l’ecosistema marino.

È difficile fare calcoli, secondo Nature, la stima del numero di specie di animali e piante presenti nel nostro pianeta varia dai due ai cinquanta milioni. Risulta quindi complesso stimare un tasso di estinzione delle specie, che potrebbe variare da 500 a 66.000 ogni anno.

La mancanza di un quadro chiaro non impedisce comunque di individuare una tendenza verso l’estinzione di massa di molte specie. Basti pensare che un terzo delle barriere coralline, che ospitano più forme di vita di ogni altro ecosistema, sono già andate perdute nelle ultime decadi e gli esperti avvertono che potrebbero scomparire del tutto per la fine di questo secolo. La stessa sorte toccherebbe a un quarto dei mammiferi, un quinto dei rettili e a un uccello su sette.

Tra le specie scomparse questo secolo ricordiamo la tigre della Tasmania, il rospo dorato, il lipote (delfino d’acqua dolce), ma sono migliaia ora le specie che rischiano rischiano la stessa sorte, compreso lo squalo martello.

a.po

 

 

 

 

 

 

 

 

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