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I selfie con la fauna selvatica sono un’idea pessima

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Disturbare gli animali è sbagliato per così tanti motivi che non dovrebbe essere necessario elencarli

Sappiamo bene quanto sia ingestibile la mania dei selfie: quelli che in passato venivano chiamati autoscatti (e che oggi sono una modalità inserita nei nostri smartphone, facilitata dalla doppia camera dei cellulari) la fanno da padroni nelle nostre vite. Quel che un tempo bastava fotografare, oggi diventa sfondo per le nostre facce, presenti in tutti gli scatti, anche in quelli che comprendono gli animali selvatici. È un’abitudine davvero pessima questa di scattarsi foto con la fauna selvatica, una pratica pericolosa sia per gli animali sia per le persone.

Secondo quanto spiegato dal professor Philip Seddon, direttore di un programma di gestione della fauna selvatica presso la Otago University, in Nuova Zelanda, durante un intervento alla International Penguin Conference, quando le persone cercano di farsi una foto con un animale selvatico, lo disturbano e possono interrompere i modelli comportamentali naturali dell’animale, come l’alimentazione o la cura dei cuccioli, causando uno stress emotivo che potrebbe non essere visibile, ma che tenderà a influenzare molti fattori – potenzialmente anche i tassi di natalità.

Come raccontato sul The Guardian, Seddon ha spiegato che è la mancanza di contatto che molte persone hanno al giorno d’oggi con la natura che si traduce in mancanza di conoscenza dei comportamenti innati degli animali selvatici.
L’articolo cita anche uno studio condotto da World Animal Protection, che racconta come i selfie con la fauna selvatica sono aumentati del 29% tra il 2014 e il 2017 e come il 40% di questi mostrava interazioni inadeguate con gli animali – ovvero persone che li volevano abbracciare o li trattenevano.

Anche le luci dello schermo e i flash dei cellulari, così come il rumore e il movimento di una folla di osservatori, possono essere sconcertanti e angoscianti per gli animali. Senza contare che ci potrebbero essere reazioni degli animali che si potrebbero sentire in pericolo.
Insomma, non sarebbe davvero il caso di lasciarli in pace?

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