Reinventare le città per i bombi
È quanto vorrebbe fare un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova
I bombi sono una specie di ape indispensabile per l’impollinazione di diverse piante di frutta e verdura: pomodori, zucchine, lamponi, albicocche ecc…
Come ha sottolineato Costanza Geppert, ricercatrice del Dipartimento Agricoltura, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova ad AGI: “La loro funzione principale è quella dell’impollinazione, il trasporto dei gameti dalla parte maschile del fiore a quella femminile. Nella realtà il 95% delle piante a fiore ha bisogno degli insetti, e se poi non riescono a fiorire significa che non riescono a fare il frutto. Questo vuol dire che la pianta non riesce a riprodursi si spoglia e muore”.
Secondo quanto comunicato dalla FAO il 35% degli impollinatori è in pericolo di estinzione e le cause principali sarebbero l’agricoltura e l’utilizzo di pesticidi e insetticidi ma anche il cambiamento climatico, che infierisce su alcuni equilibri esistenti fra piante e impollinatori.
Come si possono ripensare le città per incentivare l’impollinazione
Lo studio del gruppo di ricerca dell’Università di Padova “è finalizzato a favorire il radicamento degli impollinatori nelle città”: l’obiettivo è quello di creare aree in cui questi piccoli animali possano svolgere quello che è il loro compito naturale, che aiuta sia la natura a svilupparsi che l’uomo a cibarsi.
Si potrebbero costituire delle aiuole per i bombi, in cui riuscirebbero a integrarsi in poco tempo, perché ritroverebbero un ambiente familiare e ottimale.
Il cambiamento climatico sta rendendo più difficile il lavoro ai bombi.
A causa dell’aumento delle temperature, le piante che avevano trovato il loro clima ideale in alcune aree e a determinate altitudini, si vedono infatti costrette a spostarsi, a risalire, per cercare una temperatura più consona al proprio sviluppo. Le alte temperature hanno anche sballato i tempi di fioritura e di sviluppo di frutta e verdura: anche questo ha coinciso a rendere più confuso e meno equilibrata l’impollinazione da parte dei bombi (e anche di tutti gli altri insetti che svolgono questa funzione).
La ricercatrice Geppert, nel corso dell’intervista ad Agi, ha anche voluto rimarcare quanto e come i gruppi e le associazioni di quartiere si stiano interessando al posizionamento di piante in determinati punti della città. Questo può aiutare gli insetti impollinatori e in particolare in questo caso ai bombi, di contribuire all’impollinazione.
Negli ultimi tempi l’attenzione verso questo tipo di problematiche sta crescendo rispetto agli anni precedenti, probabilmente perché tutti stanno assistendo a quelli che sono gli effetti reali dei cambiamenti, che allora erano stati solo annunciati.
La speranza è che diventi un tema ancora più caldo e che possa rientrare nell’interesse di tutti, conquistando i primi posti nelle agende politiche di tutto il mondo.
Luna Riillo
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