Apartheid climatico

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Un rapporto delle Nazioni Unite prevede che i poveri del mondo non saranno in grado di sfuggire alle fasi peggiori della crisi climatica: quindi sopravviveranno solo i ricchi

Se andiamo avanti di questo passo, la catastrofe globale arriverà implacabile, nutrita dalla crescita incontrollata del cambiamento climatico e saranno molte le aree del mondo che diventeranno praticamente inabitabili, così come saranno molte le persone che non avranno i mezzi per affrontare il disastro.

Secondo un nuovo rapporto pubblicato dallo Human Rights Council delle Nazioni Unite ci troveremo quindi di fronte a una sorta di «apartheid climatico», che aprirà una frattura ancora più grande tra i ricchi e i poveri del mondo, poiché questi ultimi rimarranno senza mezzi per sfuggire ai peggiori effetti della crisi climatica, mentre i ricchi potranno trovare vari modi costosi di «refrigerarsi» ed evitare di subire le ondate di caldo.
Secondo il rapporto, 120 milioni di persone saranno spinti verso la povertà entro il 2030 proprio dal cambiamento climatico. E molte altre persone, invece, ne moriranno.

Ovviamente le diseguaglianze sono a monte, dice il report, visto che le 3,5 miliardi di persone più povere del mondo sono responsabili del 10% delle emissioni mondiali di gas serra, mentre il 10% percento più ricco della popolazione mondiale ne è responsabile per la metà.
Quindi anche se non se sono la causa, i poveri ne subiranno le conseguenze.
Un’ingiustizia che è causata, tra l’altro, da un atteggiamento completamente sbagliato, visto che la possibilità di «difendersi» dai cambiamenti climatici ha portato l’umanità ad adattarsi alla crisi climatica invece di agire per prevenirla o cercare di invertire i fenomeni che hanno nutrito e nutrono il riscaldamento globale.

 

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