Difendere i coralli

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Anche se il corallo sta morendo a livello globale, alcune barriere possono essere salvate

Al fine di trovare un metodo per salvare le barriere coralline, un team del Florida Aquarium’s Center for Conservation sta importando una tecnica sviluppata nel Regno Unito per potenziare artificialmente il ciclo naturale di riproduzione dei coralli imitando le condizioni climatiche specifiche in laboratorio. I coralli si riproducono naturalmente una volta all’anno, solo quando un delicato equilibrio di temperatura dell’acqua, ciclo lunare e altri fattori ambientali li spinge a rilasciare migliaia di minuscole larve nell’acqua. Il punto è che, a questo ritmo, non si può neanche sperare che i coralli si riprendano dalla situazione di declino in cui si trovano. Per questo, Scott Graves, direttore del Florida Aquarium’s Center for Conservation spera di poterli ingannare tanto da portarli a riprodursi una volta al mese.

Il sistema che si vuole utilizzare crea un ambiente di illuminazione artificiale e usa microprocessori per simulare i cambiamenti climatici, diventando uno strumento fondamentale per la conservazione. Attualmente, il restauro del corallo si basa su una tecnica nota come «riproduzione asessuata», che consiste nel frantumare pezzi di coralli, farli maturare in laboratorio, quindi rimetterli nella barriera corallina dove raggiungeranno lo sviluppo completo. Ma non si creano nuove e diversificate popolazioni, si creano soltanto cloni. La nuova tecnica, invece, che porta a una «riproduzione sessuata» genera una varietà di modelli genetici unici.

La diversità genetica è la chiave per aiutare i coralli della Florida a sopportare lo sbiancamento o altre epidemie. Ad esempio, i ricercatori delle Hawaii hanno scoperto che le aree più colpite dallo sbiancamento dei coralli spesso erano le meno geneticamente diversificate. Quindi produrre un maggior numero di larve aumenta anche le possibilità che esse riescano a diventare adulte.

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