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Donne e giovani nell’universo dell’agricoltura

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Il PSRN un’opportunità per tornare alla terra. 

Il tema dello sviluppo rurale è ormai da tempo nell’agenda delle politiche europee.

Grazie al cofinanziamento del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), in condivisione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del nostro Paese, è stato possibile dare vita ad un progetto che, in totale coerenza con le politiche Ue, punta a sostenere le potenzialità dei territori agricoli in tutte le regioni italiane.

Si tratta del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale, concepito per consentire alle imprese agricole una serie di misure che facilitino e rendano più sostenibile lo sforzo che si deve affrontare in questo tipo di attività.

In questo contesto ha un peso importante la misura relativa alla gestione del rischio (17) e la sottomisura 17.1 che prevede il supporto alla prosecuzione e allo sviluppo del sistema assicurativo agevolato per il raccolto gli animali e le piante.

Anche in termini di risparmio delle risorse idriche vi è grande attenzione agli investimenti irrigui (tema contenuto nella misura 4,3) e, nondimeno, il Programma si estende all’aspetto del miglioramento genetico del patrimonio zootecnico e della biodiversità animale (sottomisura 10.2).

Non vi è dubbio che lo scenario sia molto cambiato e che la percezione dell’attività agricola oggi sia ben diversa da quella di una volta.

Il PSRN rientra in questa nuova visione, che mette al centro il potenziale dell’agricoltura prevedendo risorse dedicate, aprendo così la porta per nuove imprese maggiormente tutelate.

A questo cambiamento hanno mostrato grande sensibilità le donne e le nuove generazioni, che hanno risposto al richiamo della terra in modo sorprendente.

Secondo i dati ISMEA, L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare in seno al Mipaaf, sono oltre 57mila le imprese agricole italiane condotte da persone al di sotto dei 35 anni, mentre 210.402 sono le realtà guidate da donne. Il che equivale rispettivamente al 7,7% e al 28,4% sul totale dell’insieme di imprese iscritte al registro di riferimento a fine 2019.

Ma non è tutto.

Sempre secondo il dato Ismea, si è appreso che la componente giovanile in agricoltura si dimostra la più dinamica con oltre il 15% in più di aziende condotte da under 35 dal 2015 ad oggi, tutto questo in controtendenza rispetto della flessione del numero di aziende agricole totali (si parla del -2% negli ultimi 5 anni) e di quelle a conduzione femminile (-4%).

Una rilevazione che conferma il concetto sopra anticipato: vi è effettivamente un ritorno in campagna delle nuove generazioni, ma non soltanto in virtù della mancanza o scarsità di alternative in termini di occupazione, quanto piuttosto in relazione al fatto che vi è un interesse sempre crescente legato alla terra ed all’ambiente.

Non vi è dubbio che questa ripresa della passione per la terra sia stata potenziata da una maggiore sensibilità delle giovani generazioni al tema della sostenibilità ambientale ed anche ad un approccio di maggior consapevolezza riguardo il legame tra cibo e territorio.

Attualmente, quello dell’ingresso così incisivo dei giovani nel mondo dell’agricoltura è da considerare un valore aggiunto, perché con la loro modernità e con la naturale inclinazione verso le più sofisticate tecnologie, rappresentano una sorta di volano per lo sviluppo dell’economia in termini di innovazione.

Queste nuove generazioni risultano essere più istruite rispetto ai loro predecessori più anziani: basti pensare che il 51% di capi di azienda giovani ha un diploma e il 16% una laurea, non necessariamente collegata a materie strettamente agronomiche.

Inoltre, una volta che si mettono a capo di un’impresa dimostrano di avere maggior spirito imprenditoriale, di mettersi al lavoro su aziende più grandi e di essere molto più in confidenza con l’attitudine di fare rete.

Prova ne sia la capacità che i giovani hanno di convertire per esempio la vocazione di un’azienda agricola, declinandola in diverse attività: sono molte le iniziative imprenditoriali che portano la loro firma, in cui le nuove generazioni hanno saputo interpretare in una chiave innovativa le varie opportunità offerte dal mondo rurale.

Con grande flessibilità, hanno aperto il mondo agricolo alla vendita diretta e, in numero consistente, hanno saputo valorizzare il territorio facendo diventare le aziende stesse una tappa turistico-ricettiva in grado di testimoniare la qualità dei diversi prodotti nei vari agriturismi.

Il PSRN, con le misure che ne contraddistinguono l’applicazione pratica, rappresenta a sua volta un valore aggiunto in termini di attrattività attorno alla realtà agricola:  esso ha sicuramente contribuito ha creare le condizioni per trasferire a donne e giovani messaggi positivi in tema di agricoltura, aumentando la fiducia di potersi affacciare a nuove opportunità professionali per il proprio futuro.

 

 

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