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Il lavoro c’è, ma solo per anziani

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Cresce l’occupazione, ma non per i giovani. E aumenta la quota di famiglie in cui la donna è l’unica ad essere occupata

 

La buona notizia è che l’occupazione cresce. La cattiva è che il lavoro è solo per anziani. L’Istat, nel suo rapporto annuale, sostiene che nel 2014 l’occupazione è tornata a crescere per i lavoratori più ‘anziani’, con 320 mila occupati in più over55 (in aumento dell’8,9%). Per i giovani, invece, le possibilità sono davvero poche: l’occupazione continua a calare per i più giovani che vedono una contrazione di 46 mila posti (-4,7%) per gli under25 e di 148 mila posti per gli under35 (-2,9%).

 

La crisi, quindi, colpisce ancora. E lo testimonia il fatto che la quota di famiglie in cui la donna è l’unica ad essere occupata continua ad aumentare. La buona notizia è che la crisi aiuta le quote rose all’emancipazione. La cattiva è sempre quella: il lavoro non c’è per tutti. La crisi ha trasformato la disoccupazione in una ‘trappola’ da cui è difficile uscire: in Italia, dati aggiornati al 2014, chi è ‘alla ricerca di un’occupazione lo è in media da 24,6 mesi’, mentre lo è  ‘da 34 mesi’ chi è alla ‘ricerca il primo impiego’.

L’Istat  sottolinea anche che in Italia risulta irregolare più di un occupato su dieci: il tasso, frutto di una nuova metodologia, si aggira intorno al 12,6% per il 2012. Guardando alla media relativa al triennio 2010-2012, l’Istituto stima 2,3 milioni di irregolari.

gc 

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