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Un supermercato di cibi scaduti

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Il primo negozio ha funzionato e quindi, in Danimarca, apre il secondo rivenditore di cibi che stanno per essere buttati

Amare i cibi che non hanno ricevuto amore, a quanto pare, oltre che un modo per combattere la discriminazione è anche un business molto interessante. Di certo, lo è in Danimarca, dove poco meno di un anno fa è stato aperto il primo supermercato dei cibi «non amati», ovvero alimenti scaduti, etichettati male, danneggiati o comunque destinati a diventare rifiuti. 

Si chiama Wefood, quella che, ormai, si può definire una catena popolare e di successo, visto che la sua fortuna ha spinto verso l’apertura di un secondo supermercato – sempre a Copenaghen, ma questa volta in un quartiere molto alla moda che si chiama Nørrebro e che ha aperto le sue porte al risparmio i primi di novembre.

Wefood è diverso dagli altri fornitori di alimenti scaduti perché non è orientato verso i residenti a basso reddito; piuttosto, i suoi clienti tendono ad essere individui politicamente impegnati, che credono fortemente nell’importanza di non permettere al cibo utilizzabile di finire nei rifiuti.

Le leggi alimentari della Danimarca, ovviamente, fanno la loro parte, visto che sanciscono che, fino a quando il cibo scaduto è chiaramente etichettato e non mostra alcun segno di rischio per la salute, è legale venderlo. I prezzi sono circa la metà di quelli che si trovano nei negozi normali, ma non si sa mai cosa si troverà perché tutto quello che è nel supermercato dipende dalle donazioni, che variano su base giornaliera.

Ci sono tanti motivi per combattere lo spreco alimentare: migliorare la vita e il benessere di 800 milioni di persone che vanno a letto affamate ogni sera, risparmiare denaro, aiutare a combattere i cambiamenti climatici – visto che il cibo sprecato ha un costo ambientale di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra rilasciate nell’atmosfera ogni anno. Wefood è un modo per farlo.

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