Alla caccia dell’immondizia che fluttua nello spazio

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Partono i test inglesi per capire quali sono le tecnologie migliori per la rimozione della spazzatura presente in orbita

Hardware rotti, pezzi di astronavi e spazzatura di altro genere è in orbita intorno alla Terra: un problema che conosciamo e che è importante riuscire a risolvere. Sta lavorando per affrontare la questione il Surrey Space Center, che ha appena ricevuto un aiuto da SpaceX. Il loro RemoveDEBRIS, infatti, si è fatto dare un passaggio dal razzo Falcon 9 di SpaceX per poter arrivare alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove si muoverà la sua caccia ai detriti spaziali.

RemoveDEBRIS è un dimostratore attraverso il quale gli scienziati potrebbero ottenere informazioni su qual è la strategia di raccolta di rifiuti spaziale migliore: una volta in orbita, infatti, questo dispositvo funzionerà tramite una piattaforma satellitare principale che distribuirà due CubeSat come bersagli artificiali per verificare il funzionamento di alcune tecnolgie che saranno testate – per esempio: cattura tramite arpione, pescaggio con la rete, cattura a vista.

Il ricercatore principale Guglielmo Aglietti ha detto alla BBC che gli esperti non si sono ancora decisi su qual è il modo migliore per ripulire i detriti spaziali, osservando che le tecnologie hanno ciascuna svantaggi e vantaggi. Il progetto costa circa 15 milioni di Euro – il Surrey Space Center ha detto che RemoveDEBRIS è a basso costo – e Aglietti ha dichiarato, sempre alla BBC, che secondo lui sarà proprio a seconda di quelli che saranno i nuovi ed eventuali costi se le missioni per ripulire veramente lo spazio partiranno o no – purtruppo, se finiranno per essere troppo costose potrebbe essere che le persone decideranno di concentrarsi su altre priorità.

Intanto è la Commissione europea a fornire metà del finanziamento, mentre saranno dei partner – tra cui Airbus e Surrey Satellite Technology – a fornire l’altra metà.

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