Co2: arriva l’ok del Parlamento europeo per il congelamento delle quote
Via libera del Parlamento europeo al congelamento delle vendite di quote di C02
Il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura con 385 voti favorevoli, 284 voti contrari e 24 astensioni, le misure per aumentare i prezzi dei permessi CO2. Il tutto si basa sul congelamento della vendita all’asta di una parte dei permessi per incoraggiare le imprese a investire in innovazioni a basse emissioni di carbonio. Il Consiglio dovrà esprimersi sulla legislazione nella sua riunione del 16 e 17 dicembre. Poi le misure per correggere il mercato del carbonio potranno essere attuate dalla Commissione europea, che ha la delega a farlo.
Le misure, emendate lo scorso luglio per fissare condizioni più rigorose per il congelamento, ripristineranno l’effetto d’incentivazione del Sistema di scambio di emissioni, Ets (Emissions trading scheme), progettato per ridurre le emissioni di CO2. Il relatore del provvedimento, Matthias Groote, si dice lieto che si sia riusciti a far passare il concetto «che il backloading è assolutamente necessario affinché il nostro sistema di commercio delle emissioni raggiunga i propri obiettivi». «L’Ets – ha proseguito Groote – non esiste per danneggiare la nostra industria, al contrario. Si premia l’innovazione e l’efficienza, mettendo un prezzo al carbonio. Ma bisogna fornire un chiaro segnale sui prezzi. I dibattiti alla conferenza sul clima di Varsavia del mese scorso hanno evidenziato che i sistemi del mercato del carbonio sono ora a un punto di svolta. È quindi fondamentale lasciare che il sistema raggiunga la sua maturità».
L’emendamento, proposto dal Parlamento europeo e già concordato con gli Stati membri, prevede che la Commissione europea possa, eccezionalmente, modificare il calendario delle aste, ma solo nell’eventualità che uno specifico studio di valutazione d’impatto mostri che non c’è rischio significativo di delocalizzazione al di fuori dell’Ue delle imprese dei settori interessati. La Commissione potrà procedere all’adeguamento nella terza fase del sistema di scambio di emissioni Ets e per un massimo di 900 milioni di quote.
Come funziona l’Ets? Creato nel 2005, l’Ets ha fissato un massimale complessivo delle emissioni che, nel lungo termine, si sta riducendo. Entro il 2020, le emissioni dei settori industriali coperti dal sistema Ets saranno inferiori del 21% rispetto al 2005. Le imprese ricevono o acquistano crediti messi all’asta dagli Stati membri, con un credito che corrisponde a una tonnellata di emissioni di CO2. Le aziende possono anche procedere alla vendita dei crediti inutilizzati.
Limitando l’offerta di crediti ci si assicura che essi conservino valore e in tal modo il sistema premia le aziende che investono per limitare le emissioni, contrastando così il cambiamento climatico.
Il crescente surplus di quote di emissioni, dovuto a un’offerta eccessiva e al rallentamento dell’economia, ha visto il prezzo del carbonio cadere al di sotto dei livelli stimati quando fu creato il sistema Ets.
La Commissione europea propone pertanto misure che consentano di rinviare o ritardare la tempistica di una parte dei crediti da mettere all’asta.