Google diventa green per ridurre le emissioni di CO2

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Il fenomeno del cloud computing sta finalmente prendendo piede in modo massiccio. In questo modo prodotti e servizi non sono più nel computer con cui lavoriamo ma su un server remoto che li ospita. Google ha spostato tutto qui. Cosa significa per noi e per il pianeta?

Il cloud computing è una tecnologia recente che garantisce sicurezza, produttività, semplicità d’uso e soprattutto “saving” economico-ambientale. Questo meccanismo dirotta i dati su un server remoto permettendo di gestirli direttamente online senza dover disporre di un hardware dedicato. Ciò vuol dire milioni di tonnellate di emissioni di carbonio in meno e nel giro di pochi anni. Ovviamente più sei un colosso e più la tua opera di conversione al cloud comporta vantaggi.

Nel caso di Google la stessa ha creato un’apposita sezione dedicata all’indirizzo www.google.com/green che illustra i passi da gigante fatti dalla’azienda. Il bello è che chiunque utilizzi Gmail o Google Apps è molto più ecologico di chi utilizza quindi server personali. Google dichiara che le emissioni di CO2 prodotte in un anno con l’utilizzo del servizio Gmail comporta emissioni di carbonio pari al consumo di una bottiglia da 750 ml di vino o, ancora, come prendere e lanciare in mare una bottiglia di vetro con un messaggio al suo interno.

Dopo un breve excursus sul sito di Google l’idea che ci siamo fatti è che il cloud computing possa davvero essere uno di quei tanti mattoni verdi che possiamo assemblare insieme per costruirci un futuro decisamente più rispettoso del pianeta. (Vincenzo Nizza)

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