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Il ruolo dell’industria del bestiame nelle emissioni di gas serra

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Un rapporto del prestigioso istituto Chatham House evidenzia che il settore zootecnico è responsabile di quasi il 15 per cento delle emissioni globali di gas serra

 

 

Automobili, riscaldamento, trasporti marittimi e aerei. Le emissioni di CO2 hanno una molteplicità di cause ma molto spesso se ne trascura una: l’industria del bestiame. Secondo un rapporto di Chatham House, prestigioso istituto indipendente britannico nato nel 1920,  il settore zootecnico è responsabile di quasi il 15 per cento delle emissioni globali di gas serra, ma è del tutto trascurato dalle strategie internazionali o nazionali di riduzione delle emissioni dannose. La produzione di bestiame è la più grande fonte di due dei gas serra più diffusi, il metano e il protossido di azoto.

Il consumo in continua crescita di carne e latticini, e quindi l’aumento della domanda, rischiano di creare una situazione ancora più preoccupante. Secondo il rapporto, entro il 2050, il consumo mondiale di carne e prodotti lattiero-caseari aumenterà rispettivamente del 76 per cento e 65 per cento. Queste tendenze alimentari sarebbero in totale contraddizione con l’obiettivo di limitare il riscaldamento a due gradi Celsius che i grandi della Terra dovrebbero fissare nella prossima conferenza internazionale sul clima di Parigi in programma quest’anno. Purtroppo fra la gente questo legame non è conosciuto. Il sondaggio commissionato da Chatham House, realizzato in più paesi, ha dimostrato che c’è un grado di consapevolezza molto basso sul legame tra carne e latticini e il cambiamento climatico. Tra le principali cause dei cambi climatici le persone indicano soprattutto i trasporti o l’industria.

Chatham House sottolinea quindi l’importanza di sensibilizzare la popolazione su un problema che non può più essere ignorato.

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