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Inquinamento. Ecco da dove viene il PM10 che soffoca le nostre citta’

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E’ l’inquinante più pericoloso che viene immesso in atmosfera, ed è il risultato dei profondi cambiamenti di usi ed abitudini nella mobilità, nell’uso dell’energia, nell’industria. Ecco da dove vengono le famigerate polveri sottili, letali per l’uomo e per l’ambiente

Si può dire che l’inquinamento dell’aria ad opera dell’uomo risale alla scoperta del fuoco. Oggi moltissime attività umane hanno come conseguenza l’emissione in atmosfera di sostanze inquinanti: muoversi in macchina, produrre energia, il riscaldamento degli ambienti, le attività agricole e l’allevamento, l’uso di vernici.

Al cuore di quasi tutte le modalità con cui gli inquinanti vengono emessi in atmosfera vi è l’energia, la sua produzione, la sua trasformazione e il suo utilizzo. Il mondo è sempre più affamato di energia, e anche in Italia non si sfugge a questa tendenza: in 35 anni, dal 1973 al 2007, il consumo complessivo di energia in Italia è aumentato di quasi il 40 per cento. In questo periodo si è profondamente modificato il mix di fonti primarie che alimentano di energia il nostro paese: nel 1973 il petrolio pesava per oltre il 75 per cento e il gas per poco più del 10 per cento, mentre nel 2007 il peso del petrolio è calato a poco più del 42 per cento e quello del gas naturale è aumentato a oltre il 36 per cento.

Ad oggi la maggior parte dell’energia elettrica prodotta in Italia viene dagli impianti termoelettrici, che producono elettricità bruciando olio combustibile, gas naturale, carbone e, in minor misura, biomasse.
Di fatto le fonti di emissione di inquinamento sono miriadi, ed è estremamente complicato classificarle e caratterizzarle con accuratezza. Una prima distinzione che riesce utile è quella tra grandi sorgenti di emissione, ovvero grandi impianti industriali o di produzione dell’energia elettrica, e fonti di emissioni distribuite, cioè quelle fonti che prese singolarmente non sono molto rilevanti ma che, a causa della loro numerosità, spesso sono responsabili come aggregato di emissioni comparabili, se non superiori, a quelle dei grandi impianti: basti pensare al traffico veicolare o al riscaldamento degli ambienti.

Inoltre, dalla metà degli anni ’50 alla metà del primo decennio del XXI secolo, nel giro cioè di mezzo secolo, in Italia si è passati da circa 2 milioni di veicoli a motore a circa 45 milioni! Questo ha fatto sì che fin dagli ultimi decenni del secolo scorso i trasporti su strada sono stabilmente il principale settore di emissione per tutta una serie di inquinanti quali PM10 , ossidi di azoto , monossido di carbonio , benzene

Ma quale è il peso attuale dei diversi settori di emissione? Sempre secondo le stime ufficiali dell’ISPRA il trasporto stradale è responsabile negli ultimi anni di circa il 27 per cento delle emissioni di PM10 primario e di circa il 45 per cento delle emissioni di ossidi di azoto; l’industria pesa circa il 26 per cento per le emissioni di PM10 e circa il 18 per cento per le emissioni di ossidi di azoto; il riscaldamento degli ambienti pesa circa il 13 per cento per le emissioni di PM10 e circa il 9 per cento per le emissioni di ossidi di azoto.

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