Smog: ridurre le morti per inquinamento entro il 2030

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L’Unione Europea si propone di dimezzare i morti per smog, ma l’Italia non firma accordi che non può mantenere

 

 

Entro il 2030, l’Ue si propone di dimezzare le morti per smog. A dirlo è il commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella, aprendo il dibattito del Consiglio ambiente oggi a Lussemburgo, sui nuovi tetti nazionali delle emissioni per il 2030 (NEC), in particolare anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici, ma anche ammoniaca, metano e micropolveri sottili (Pm 2.5). ‘L’inquinamento dell’aria resta la principale causa ambientale delle morti a livello Ue, con oltre 400mila morti’ e pertanto ‘qualunque proposta deve mantenere l’obiettivo di dimezzare questi decessi entro il 2030’, ha affermato Vella.

 

‘Sappiamo che le fonti transfrontaliere sono responsabili anche del 60% degli inquinanti, per questo è necessaria una soluzione a livello Ue e con azioni congiunte, efficaci, che permetta di ridurre il numero dei morti’, ha continuato Vella. ‘Alcune questioni tecniche sono ancora da definire, ma è il momento di fare delle scelte e decidere quale politica per l’aria vogliamo’.

Alle dichiarazioni di Vella, risponde il
ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, sostenendo che l’Italia non sottoscriverà ‘impegni obbligatori di riduzione senza la certezza che questi siano raggiungibili e sostenibili’. ‘ L’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e ridurre il numero delle morti premature è senza dubbio per noi un obiettivo prioritario’, ha commentato Galletti, e ‘gli obiettivi che fisseremo per il 2030 dovranno essere certamente ambiziosi ma allo stesso tempo realistici e raggiungibili: questo è uno degli elementi che continua ad essere problematico e a suscitare nel mio Paese preoccupazioni e che dovrà essere affrontato con maggiore attenzione nelle prossime settimane’. ‘Mi riferisco in particolare agli obiettivi su particolato e ammoniaca. Secondo le nostre stime i dati forniti dalla Commissione ue non risultano realistici e andrebbero aggiornati alla luce dei dati forniti a livello nazionale e delle statistiche sui consumi della biomassa e dell’effettiva potenzialità di riduzione nei diversi settori’.

gc 

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