La rivincita dei «baby boomer»
Contrariamente all’opinione comune e a quello che predicano, i più giovani stanno facendo per il nostro pianeta meno di quello che fanno gli adulti
Contrariamente all’opinione comune e a quello che predicano, i più giovani stanno facendo per il nostro pianeta meno di quello che fanno gli adulti.
Il movimento ambientalista è noto per essere molto giovane: i millenial, in questo senso, sono in prima linea.
Manifestano, seguono una dieta vegana, usano le borracce e le biciclette, abbracciano uno stile di vita a spreco zero e acquistano abiti di seconda mano.
Guardano con disprezzo alle generazioni prima della loro, soprattutto quella dei baby boomer, a cui danno la colpa della situazione ambientale in cui di troviamo – un atteggiamento ben riassunto nell’espressione «Ok, boomer», usata dai più giovani per zittire i nati tra il 1946 e il 1964.
Eppure, secondo un recente sondaggio condotto da Censuswide per l’assicuratore britannico Aviva su 4.003 britannici, la situazione è un po’ diversa.
I millennial (ovvero i nati tra il 1981 e il 1996) e i giovani della generazione Z (ovvero i nati dopo il 1996) sarebbero infatti, nelle loro azioni quotidiane, meno attenti all’ambiente rispetto ai vituperati boomer:
• riciclaggio: se ne occupa l’84% dei boomer a fronte del 66% dei rappresentanti della fascia di età 25-34 anni;
• cibo: i boomer hanno maggiori probabilità rispetto ai giovani di mangiare frutta e verdura di stagione (47% contro 35%) e di ridurre la quantità di carne che consumano (34% contro 28%);
• imballaggi monouso: 66% per i boomer contro 54 % dei più giovani;
• acquisto di beni di produzione locale: 63% contro 45%;
• viaggi aerei: i boomer li hanno ridotti del 24%, mentre i più giovani del 21%.
Le uniche due aree in cui i giovani hanno ottenuto risultati migliori sono l’essere diventati vegani (il 9% delle persone tra i 16 e i 24 anni contro il 2% degli over 55) e l’acquisto di abbigliamento di seconda mano, dove il gruppo 35-44 anni è al 43%, gli under 25 al 38% e gli over 55 al 37% – quindi, in realtà, non una grande differenza.
E nonostante i giovani esprimano una maggiore disponibilità a donare a enti di beneficenza ambientali, sono le persone anziane che lo fanno realmente – forse perché hanno più soldi, certo, ma comunque questa è solo una delle categorie che li hanno visti vincenti.
E se fossero vincenti perché magari sono in pensione e quindi hanno più tempo?
Lo studio non lo specifica ma, in ogni caso, «Ok, boomer», per una volta, potrebbe assumere un altro significato.
Ok, boomer: continuate così.
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