La sostenibilità dopo la morte
Esiste una tuta fatta di funghi che decompone il nostro corpo una volta morti, in modo da essere ecologici anche quando non siamo più in vita: la useremmo?
Quando muore qualcuno, di certo il nostro primo pensiero non va all’ambiente e a come fare in modo che quella morte sia il più ecologica possibile. Qualcuno, però, lo ha fatto al nostro posto, inventando una tuta composta da funghi che può essere indossata dal defunto quando viene sepolto e che offre un modo per limitare l’impatto ambientale dei funerali tradizionali.
Non se ne parla mai, visto che è una pratica che ha a che fare con il dolore, ma esiste un impatto ambientale dato dalla morte: le bare richiedono la raccolta e il trattamento chimico del legno e l’uso di vernici tossiche; i cadaveri vengono quasi sempre trattati con la formaldeide, che è una sostanza chimica per l’imbalsamazione altamente velenosa che poi viene rilasciata nell’ambiente; e anche la cremazione, dal canto suo, non è un processo a zero emissioni, anzi: è un’opzione ad alta intensità energetica, che richiede temperature fino a più di 1000°C.
La Infinity Burial Suit intreccia delle spore dei funghi nei fili di una tuta che va fatta indossare al defunto, in modo che i funghi crescano sul suo corpo e lo decompongano rapidamente nutrendosene e aiutando anche la normalizzazione del suolo attraverso la digestione e il filtraggio di contaminanti come pesticidi o metalli pesanti.
La tuta è in vendita dal 2016 sul sito web della società: il costo è di 1.500 Dollari (poco più di 1.300 Euro, e quindi molto meno dell’opzione tradizionale) ed è disponibile sia in nero che in altri colori naturali e in tre diverse forme – esistono anche delle opzioni alternative per la sepoltura degli animali domestici.
Inutile dire che questo metodo ha innescato diverse polemiche, come era già successo in passato con proposte simili, ma già nel 2011, Jae Rhim Lee, la proprietaria della società, raccontava in una conferenza TED come dovremmo cambiare la nostra visione della morte, accettando che siamo intimamente legati all’ambiente in quanto corpi fisici e che «polvere siamo e polvere ritorneremo».
La domanda è: se potessimo scegliere, noi la useremmo questa tuta?
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