L’onda di tempesta
Ecco quando può interessare anche le coste italiane
Il concetto di “storm surge”, noto anche come “onda di tempesta” in italiano, si riferisce a un innalzamento inusuale del livello medio del mare causato da una brusca diminuzione della pressione atmosferica e dalla simultanea azione di venti tempestosi diretti verso la costa.
Questo fenomeno meteomarino è ampiamente riconosciuto lungo le coste degli Stati Uniti, soprattutto quando un potente uragano, classificato di categoria superiore alla terza secondo la scala Saffir-Simpson, raggiunge la terraferma nella zona costiera. Durante tale evento, si manifestano venti estremamente intensi diretti verso la costa e si verifica un repentino calo della pressione barometrica.
Quello che succede è che la rapida diminuzione della pressione atmosferica provoca un innalzamento del livello del mare. Questo è spiegabile dal fatto che una pressione più bassa riduce il peso dell’aria sulla superficie dell’oceano, agevolando un aumento del livello dell’acqua.
Il fenomeno dell'”onda di tempesta” può tuttavia verificarsi anche lungo le coste europee, specie lungo quelle dell’Atlantico, estendendosi dai litorali bassi e sabbiosi della Francia fino all’Olanda e alle coste danesi. Ciò accade quando dall’oceano giungono cicloni extratropicali profondi, caratterizzati da minimi barici inferiori a 960-950 hPa, che generano venti tempestosi su ampie porzioni oceaniche.
Anche sulle coste del Mediterraneo possono verificarsi significativi episodi di “storm surge”, sebbene su una scala più limitata rispetto agli eventi che coinvolgono le coste oceaniche.
Caratteristiche dell’onda di tempesta
Secondo la terminologia ufficiale, la “storm surge” rappresenta un innalzamento eccezionale del livello del mare, da considerare al di fuori delle normali fluttuazioni legate alla marea astronomica.
Concretamente, questo aumento del livello del mare, in determinate condizioni meteorologiche, si aggiunge alle regolari fasi di alta e bassa marea correlate alle fasi lunari.
È importante notare che, oltre al repentino calo della pressione barometrica e all’azione simultanea di forti venti di tempesta diretti verso la costa, l’effetto della “storm surge” è ulteriormente amplificato dalla specifica morfologia della costa e dalla profondità del fondale.
Nei tratti dove i fondali sono particolarmente bassi, in prossimità della linea di costa, e il fondale declina gradualmente verso il largo, l’innalzamento causato dalla “storm surge” può raggiungere dimensioni considerevoli, con conseguenze devastanti su tutta la fascia litoranea in termini di altezza del livello del mare.
La morfologia dei territori più esposti al fenomeno
Quando la conformazione di una specifica porzione di costa presenta un’eccezionale caratteristica, come quella di un semicerchio allungato, tipica di baie e golfi, la “storm surge” può subire un ulteriore amplificazione, raggiungendo dimensioni notevoli che aumentano l’impatto sull’intera area costiera. Questo si verifica perché all’interno di un golfo o di una baia si crea un sorta di effetto di aspirazione delle onde, focalizzando tutta l’energia delle onde verso il punto centrale di questo “semicerchio”. Un esempio in Italia è rappresentato dalla costa dell’alto Adriatico, la cui forma ricorda un semicerchio.
A ciò si aggiungono anche i bassi fondali sabbiosi, i quali contribuiscono ad amplificare l’innalzamento della marea quando forti venti provenienti da sud-sudest soffiano per diverse ore in direzione della fascia costiera. In luoghi dove, al contrario, i fondali declinano più rapidamente verso il mare aperto, come ad esempio lungo le coste ioniche della Sicilia tra Messina e Catania, il fenomeno diventa relativamente meno significativo, anche in presenza di sovrapposizioni di onde tra scirocco e grecale.
L’onda di tempesta nel Mediterraneo
L’Italia, situata al centro del Mediterraneo, è il paese di quest’area maggiormente coinvolto dal fenomeno dell'”onda di tempesta”.
Frequentemente nel nostro territorio, il fenomeno della “storm surge” può influenzare aree costiere molto limitate, come le coste dell’alto Adriatico, le zone tirreniche e i porti delle isole minori, specialmente durante episodi di mareggiate causati dal passaggio di cicloni extratropicali profondi. In passato, abbiamo assistito a numerosi casi di grande rilevanza, spesso caratterizzati dalla presenza della cosiddetta “mareggiata incrociata”, ovvero l’interazione di due diversi movimenti ondosi provenienti da angolazioni differenti.
Ciò avviene frequentemente nel Mar Tirreno, quando le imponenti onde generate dai venti di libeccio si sovrappongono alle onde più recenti, create dall’arrivo dei venti di maestrale. Oppure, lungo il Mare Adriatico, quando le onde più anziane del vento di scirocco si intersecano con le onde del “mare vivo” causate dai vigorosi venti di bora provenienti dal Golfo di Trieste e dall’Istria.
Luna Riillo
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