Agricoltura sostenibile: Italia al settimo posto, ma serve cambio generazionale
Buoni risultati per la sostenibilità dell’agricoltura italiana, meno sulla partecipazione di donne e giovani al settore
Cresce l’agricoltura sostenibile nel nostro paese: l’Italia è settima in classifica su 25 paesi analizzati dal Food Sustainability Index, realizzato dall’Economist Intelligence Unit con Fondazione Barilla (Bcfn).
L’attività agricola ha un impatto sui cambiamenti climatici non indifferente, infatti produce il 24% dei gas a effetto serra e consuma il 70% dell’acqua dolce.
L’Italia si attesta al 7° posto in classifica (su 25 Paesi analizzati) per “agricoltura sostenibile”, con un punteggio di 59,81 su un massimo di 100. Insomma, al momento il nostro Paese appare in una buona posizione in termini di impatto ambientale della sua produzione agricola.
Ma c’è ancora strada da fare per quanto riguarda il tasso di partecipazione dei giovani e delle donne all’attività agricola e l’età media degli agricoltori (20mo posto nell’Index), fattori oggi determinanti per assicurare uno sviluppo più sostenibile dell’agricoltura.
Qualcosa si muove però: tra il 2014 e il 2015 in Italia è stato registrato un aumento di + 20.000 occupati under 30 in agricoltura (+12,4% contro 1,1% totale economia). Numeri di certo incoraggianti, ma comunque ancora lontani da quanto accade in altri Paesi europei come, per esempio, Francia e Germania.
Marta Antonelli, Research Programme Manager della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, sostiene l’importanza del cambio generazionale in Europa e la necessità di supportarlo attraverso gli strumenti legislativi comunitari: “Dobbiamo costruire una Politica Agricola Comune (PAC) capace di modellare un sistema alimentare veramente equo, sano e sostenibile, mettendo in primo piano i giovani agricoltori in questo cambiamento. Per raggiungere questo obiettivo, la PAC deve essere modernizzata, deve integrare agricoltura e orientamenti nutrizionali più sani e più sostenibili, insieme alla sostenibilità economica e alla sicurezza alimentare. La PAC dovrebbe sostenere gli agricoltori nell’essere responsabili dell’approvvigionamento di alimenti sostenibili e sani a prezzi ragionevoli, mentre si prende cura dell’ambiente rurale. Proprio per questo, le considerazioni ambientali dovrebbero essere prioritarie nel processo decisionale, ad esempio attraverso il “Payment for eco system services”, che promuove anche la diversificazione dell’attività e la manutenzione di terreni attivi. Gli agricoltori dovrebbero essere quindi considerati non solo come produttori di cibo ma anche come custodi del nostro ambiente”.
Tosha
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