Alla ricerca dell’orsa Daniza. Non sara’ abbattuta

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Si cerca l’orsa Daniza, l’orsa che ha ferito un uomo nel giorno di Ferragosto. L’ordinanza prevede la cattura e non l’abbattimento

Tutti alla ricerca dell’orsa Daniza, che, a Ferragosto, ha ferito un uomo nei boschi in Trentino. Ma niente paura, l’orsa non verrà abbattuta. ‘Ribadisco come l’ordinanza preveda la cattura e non l’abbattimento dell’orsa Daniza e che per i piccoli non è mai e poi mai stata pensata la cattura’: a dirlo è stato il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, a cui è stato chiesto il punto della situazione.

‘L’animale ha il radiocollare – ha chiarito – quindi conosciamo la zona in cui si trova e nessuno sta tergiversando: le ragioni dell’ordinanza restano, per prevenire rischi per la pubblica incolumità, ma intendiamo agire nel modo meno cruento possibile e tutelare anche l’incolumità degli operatori’. Si intende usare una trappola a tubo, ovvero un luogo dove il plantigrado entri naturalmente per cibarsi, evitando il trauma dei narcotici sparati, che tra l’altro imporrebbero di avvicinarsi a una ventina di metri dall’animale e lascerebbero qualche minuto prima del suo sonno, con eventuali rischi sia per l’orso stesso che per chi frequenta i boschi. 

‘La letteratura dice inoltre – ha aggiunto Olivi – che i piccoli sono in grado di autogestirsi’. ‘E ci tengo molto a sottolineare – ha continuato il vicepresidente della Provincia – come il progetto Life Ursus di reintroduzione degli orsi in Trentino ne abbia scongiurato l’estinzione e sia il più importante progetto alpino naturalistico. Non ci stiamo ad essere messi sullo stesso piano di altri Paesi, nei quali appena gli orsi sono sconfinati e si sono arrampicati sul muretto di una malga sono stati abbattuti. Noi stiamo parlando di cattura e abbiamo sempre agito secondo le regole. Regole che ci siamo dati a partire dall’inizio degli anni Duemila e via via migliorate. Persino in questo caso, inizialmente di emergenza, abbiamo contattato prima il ministero. E le regole che stabiliscono la pericolosità degli orsi sono chiare e lungi dal lasciare spazio a soggettività e emotività. I rischi sono catalogati nel Pacobace (il piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi cento orientali), con il supporto dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)’.

gc

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