Anche la scienza europea avrà il suo cloud. Scoperte più veloci?

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L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare coordina un progetto per connettere la ricerca europea via cloud

Si tratta di una piattaforma gratuita e open source che consentirà agli scienziati di elaborare e archiviare una grande mole di dati: questa interconnessione cloud dovrebbe facilitare il lavoro degli scienziati e portarci più in fretta a nuove scoperte.

L’obiettivo del progetto è rispondere alle esigenze di calcolo, elaborazione o archiviazione dati dei ricercatori di ogni disciplina.

Il progetto si chiama Indigo-Data Cloud ed è stato approvato nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 con un finanziamento di 11 milioni di euro in 30 mesi. L’annuncio e’ arrivato oggi dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che coordina il progetto a livello europeo. 

A Indigo-Data Cloud partecipano 26 tra istituzioni e importanti aziende di 11 diverse nazioni europee e principal investigator e’ l’italiano Davide Salomoni dell’Infn-Cnaf di Bologna. 

‘Per la prima volta 22 istituzioni scientifiche di primo piano e 4 grandi aziende degli 11 paesi coinvolti si sono associati, collegando i principali sviluppatori e provider europei per realizzare una piattaforma Cloud che risponda alle esigenze specifiche di ricercatori in un ampio spettro di discipline” spiega all’Adnkronos l’Infn. 

Indigo ha come partner industriali quatto grandi aziende europee dell’Ict: l’italiana Santer Reply, la tedesca T-Systems, la multinazionale Atos e la spagnola Indra.

Il progetto di una infrastruttura di calcolo distribuita e condivisa è in cantiere da molti anni: la European Grid Infrastructure-Egi, che interconnette attraverso tecnologie di Grid Computing centinaia di centri di calcolo in tutta Europa e che e’ stata realizzata per immagazzinare, distribuire e analizzare, tra gli altri, i centinaia di milioni di Gigabyte di dati scientifici prodotti dal Large Hadron Collider (Lhc) del Cern, la piu’ grande macchina per la scienza mai costruita dall’uomo. 

Quali sono quindi le differenze con il progetto indigo-Data Cloud?

Secondo l’Inf, quest’ultimo consentirà di effettuare un passo in avanti decisivo verso la realizzazione di una infrastruttura di calcolo a livello europeo più flessibile e in grado di soddisfare meglio le esigenze di un numero molto maggiore di diversi settori di ricerca

‘Con questo progetto – spiega Davide Salomoni dell’Infn-Cnaf di Bologna e principal investigator di Indigo – i nostri sforzi si concentreranno sulla costruzione di una piattaforma software che sarà completamente gratuita e open-source e che potrà operare su infrastrutture di rete sia pubbliche che private’. 

‘Si potrà così rispondere allo stesso tempo  alle esigenze di calcolo, elaborazione o archiviazione dati di ricercatori di discipline molto diverse, senza dover riscrivere ogni volta i software da zero, attraverso l’utilizzo di funzionalità comuni fornite dalla piattaforma Indigo’.

In sostanza, prosegue lo scienziato italiano, ‘i ricercatori avranno a disposizione uno strumento con cui accedere in modo semplice a risorse di calcolo e di archiviazione condivise e portare così a termine i calcoli e le elaborazioni più complesse, che non potrebbero svolgere con pochi computer o con il solo centro di calcolo del proprio laboratorio o ente’.

‘Il nostro obiettivo – conclude Salomoni – è fornire alle comunità dei ricercatori europei uno strumento in grado di aumentare le loro possibilità di accesso ad infrastrutture informatiche distribuite. E in questo modo potenziare la capacità degli scienziati europei di ogni settore di risolvere problemi e arrivare a nuove scoperte’.

i servizi cloud entreranno sempre di più anche nella nostra vita quotidiana, ad esempio potremo gestire tutta la casa dal telefonino.

a.po

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