Annuario Istat 2012: i dati sull’ambiente

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E’ stato pubblicato l’Annuario statistico italiano, il dossier che racconta l’Italia in numeri. I dati su raccolta differenziata, smog, traffico, acqua e incendi

Anche quest’anno l’Istat ha pubblicato l’Annuario statistico italiano, il dossier che dal 1878 fotografa il nostro Paese e lo racconta attraverso i numeri. Nelle oltre ottocento pagine dell’Annuario ci sono anche delle interessanti notizie sull’ambiente: si parla di incendi, di rifiuti e raccolta differenziata e di smog e traffico.

L’annuario Istat, in tema di raccolta differenziata, fotografa un Italia divisa in due: il Nord diligente e il Sud meno attento alla questione rifiuti. Nel 2010, secondo quanto riportato dai dati, la quantità di rifiuti urbani raccolti si attesta a 32,4 milioni di tonnellate: 537 chilogrammi per abitante. La raccolta differenziata ha raggiunto quota 35,3%, aumentando rispetto al 2009 (33,6% ): i valori più alti di raccolta differenziata si registrano al Nord (49,1%); seguono a grande distanza le regioni del Centro (27,1%) e quelle del Sud (21,2%).

L’annuario Istat avverte anche che gli incendi, fortunatamente, sono diminuiti. Secondo i dati riportati, nel 2010 si sono verificati 4.884 incendi, che hanno interessato circa 46 mila ettari di superficie forestale: il numero di incendi è inferiore a quello dell’anno precedente (5.422), così come la porzione di territorio interessata, che scende a 9,5 ettari di superficie media percorsa dal fuoco, dai 13,5 del 2009.

L’Istat ci racconta anche quali siano i problemi più avvertiti dalle famiglie, come smog, traffico e difficoltà di trovare parcheggio. Anche nel 2012, infatti, il traffico è sempre uno dei problemi che le famiglie dichiarano di affrontare quotidianamente. Seguono, sempre in tema di mobilità, la difficoltà di parcheggio (35,8%), l’inquinamento dell’aria (35,7%) e il rumore (32,0%).

Tra i problemi segnalato dalle famiglie italiane c’è anche l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che costituisce un problema per l’8,9% delle famiglie, ma le differenze sul territorio sono forti: le percentuali più alte si registrano in Calabria (29,2%) e Sicilia (26,5%).

(gc)