Caccia: regioni italiane fuorilegge, è scontro con l’Europa

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Scontro tra la Commissione europea e il nostro paese: le regioni si rifiutano di seguire il nuovo regolamento

Secondo l’Europa il nostro paese doveva giustamente modificare le date del periodo di caccia, per evitare l’attività venatoria in quei periodi che coincidono con ‘ritorno al luogo di nidificazione’ degli uccelli migratori ‘(…)  al fine di garantire il rispetto (…) della Direttiva Uccelli che vieta la caccia durante il ritorno al luogo di nidificazione’.

Una richiesta che, come spiega il WWF, era già stata parzialmente accolta dal governo che ha imposto ad alcune regioni di anticipare la chiusura della stagione per la caccia a tre specie: tordo bottaccio, cesena e beccaccia.

Le regioni però non hanno voluto adeguarsi e hanno dichiarato di volere continuare ad autorizzare la caccia fino al 30 gennaio anziché al 20. 

‘Ancora una  volta i princìpi vengono rovesciati – denuncia Patrizia Fantilli, Direttore Area Legale-Istituzionale WWF: molti politici ed amministratori regionali hanno ritenuto non doverosi il rispetto  delle  regole comunitarie e la tutela di milioni di animali selvatici, ed hanno invece accolto le richieste (illegittime) delle associazioni venatorie. E l’Italia  sta rischiando l’ennesima condanna dall’Europa’.

L’UE, spiega il WWF, segnala che in Italia si continuano a cacciare anche quelle 19 specie in ‘cattivo stato di conservazione”, senza’(…) integrare il prelievo venatorio in piani di gestione adeguati che prevedano tutte le misure necessarie per rallentare ed invertire la tendenza al declino delle popolazioni di tali specie (…)’. 

Secondo la commissione UE, il nostro paese deve prendere provvedimenti in tal senso.

Il WWF si è mobilitato con il proprio ufficio legale ed suoi avvocati, attivando ricorsi e impugnando gli atti delle Regioni. Con la  campagna ‘Stop ai crimini di natura’, il WWF sostiene la  mobilitazione di centinaia di guardie volontarie, sempre allerta contro bracconaggio e illegalità e richiesto al Parlamento una riforma del sistema sanzionatorio penale che inasprisca le pene, ora troppo blande, per l’uccisione, le catture illegali, il commercio illecito di animali appartenenti a specie protette con l’introduzione del ‘Delitto di uccisione di specie protetta’.

Al mondo esistono anche stati veramente severi sul tema: in Costa Rica, ad esempio, la caccia è vietata.

a.po

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caccia, Italia, Regolamento, Ue

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