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Cina: Tianjin distrutta da esplosioni tossiche

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Una città distrutta delle sostanze tossiche in Cina: il frutto di un’economia basata sull’inquinamento

Sono ormai passate alcune settimane da quando la sera del 12 agosto la città cinese di Tianjin, un centro industriale nel nord del paese, ha visto esplodere un deposito di sostanze chimiche.

Si sono contati cento morti, oltre a una città devastata. Per non parlare della contaminazione da sostanze chimiche: si parla di cianuro di sodio, una sostanza che se inalata può causare la morte.

Ma nel magazzino c’erano anche toluene diisocianato (TDI) e carburo di calcio (CaC2), tutti composti che, in caso di contatto diretto, rappresentano una seria minaccia per la salute umana.

Il team di Greenpeace Asia sta monitorando le zone circostanti all’area delle esplosioni. ‘La gravità di quanto accaduto a Tianjin – spiegano – dovrebbe essere un monito per il governo cinese, e per il resto del mondo. Abbiamo bisogno di regole più severe per la gestione delle sostanze chimiche pericolose, partendo dalla loro sostituzione con alternative più sicure. Per questo la nostra missione Detox è così importante: se non cambiamo il modo di produrre ciò che ci occorre, saremo costretti ad affrontare altre Tianjin, incidenti mostruosi che inquinano l’aria che respiriamo, avvelenano le nostre acque e minacciano le comunità locali’.

 

 

 

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Cina, greenpeace, inquinamento, Tianjin

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