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Costa Concordia. Due anni dopo

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A due anni dal naufragio della Costa Concordia si discute di quale porto potrebbe smaltire il relitto

 

Sono passati due anni da quel 13 gennaio 2012, quando alle  ore 9.45 la nave da crociera Costa Concordia, con a bordo più di 4.000 passeggeri, colpisce, a poche centinaia di metri dall’isola del Giglio, uno scoglio che apre uno squarcio di 70 m nello scafo. La nave si incaglia e affonda, muoiono 32 persone.

E a due anni di distanza, quella tragedia, è più che mai viva, nei nostri cuori e nei nostri dibattiti e discorsi. Sì, perché non è certo facile dimenticare per parenti e amici quello che è accaduto il 13 gennaio del 2012. Sì, perché a due anni di distanza la nave è ancora ferma all’isola del Giglio per ricordare a tutti quell’incidente. A giugno, secondo le previsioni, sarà rimossa. Ma quale sarà il porto che smaltirà il relitto? Quale, il porto, che da quella tragedia potrà trarre in questo momento di crisi lavoro e giro di soldi?

La risposta, ancora, non è data saperla. La gara, però, per quale porto avrà questo ‘privilegio’  è aperta ed entro marzo sarà presa una decisione. Al momento sono candidati ben 12 porti di sei nazioni. Piombino, Genova, Civitavecchia e Palermo sono i porti italiani in lizza, ma l’ipotesi che la destinazione finale del relitto sia lontana dai confini nazionali è tutt’altro che remota. Il ministro dell’ambiente Andrea Orlando, comunque, ha espressamente detto che il governo ‘preferirebbe una destinazione nazionale’ e che ‘meno strada si fa meglio è’. Non si tratta tanto, ha osservato, di una questione di nazionalismo, ma di riduzione dei rischi ambientali.