Dal 2013 la nuova riforma delle pensioni: ecco cosa cambia
Dal 2013 entra in vigore la nuova riforma delle pensioni: allungamento dell’eta’ pensionistica e passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo
Cambia in Italia il sistema pensionistico: a partire da Gennaio 2013 entra in vigore la riforma delle pensioni, chiesta dall’Ue all’Italia nella primavera del 2011. La riforma sulle pensioni ha fatto e fa ancora tanto discutere: mentre allo Stato fa risparmiare 22 miliardi di euro nell’arco dei prossimi 7 anni, si chiede ai cittadini di lavorare anche fino a 75 anni. Non solo: la riforma prevede anche il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo.
Con la nuova riforma delle pensioni, dal 2013, le donne potranno andare in pensione di vecchiaia con almeno 62 anni e tre mesi (63 anni e 9 mesi se lavoratrici autonome) e gli uomini con 66 anni e tre mesi. Si potrà andare in pensione anticipata solo se si sono maturati almeno 42 anni e 5 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 5 mesi se donne. Ad esser più sconvolte dalla riforma pensionistica saranno le donne che vedranno allungarsi significativamente e gradualmente l’età pensionabile: entro il 2018 l’età sarà equiparata a quella degli uomini.
In particolare: le donne che andranno in pensione a partire dal 2013 dovranno attendere per le dipendenti i 62 anni e tre mesi e per le autonome 63 anni e 9 mesi. Dal 2014 ci vorranno 63 anni e 9 mesi per le dipendenti e 64 anni e 9 mesi per le lavoratrici autonome. Per evitare il salto repentino previsto per gli anni successivi è previsto che le dipendenti che abbiano compiuto 60 anni entro il 2012 possano andare in pensione a 64 anni e 7 mesi.
La riforma sulle pensioni, per quanto riguarda gli uomini, incide soprattutto sulla pensione anticipata, che sostituisce la pensione di anzianità: se, infatti, per la pensione di vecchiaia basteranno nel 2013 66 anni e 3 mesi (a fronte dei 66 anni con cui si è usciti fino a fine 2012), per la pensione anticipata ci vorranno 42 anni e 5 mesi di contributi. In pratica, se si è nati dopo il 1946, per andare in pensione dal lavoro bisognerà aver cominciato a lavorare almeno nel 1972. Gli uomini dipendenti hanno la possibilità di andare in pensione a 64 anni se hanno maturato entro il 2012 60 anni di età e 35 di contributi.
E ancora la riforma sulla pensione prevede anche l’entrata in vigore di nuovi nuovi coefficienti di calcolo, che riducono gli assegni intorno al 2-3%.
(gc)
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