Energia e ambiente: le idee economiche del Movimento 5 stelle

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Il Movimento 5 Stelle sorprende tutti e, nelle elezioni politiche del 2013, ottiene molti seggi al Senato e alla Camera. Le proposte per la ripresa dell’economia in tema di ambiente ed energia

Le elezioni Politiche 2013 le ha ‘vinte’ il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che, sorprendendo tutti, ha ottenuto il  23,8% al Senato e il 25,5% alla Camera. Dal voto è risultata chiara una cosa: i comizi in piazza di Beppe Grillo hanno fatto breccia nel cuore e nelle idee degli italiani, che lo hanno ripagato con il proprio voto. Ma anche e proprio a causa dei tanti cittadini che hanno deciso di votare Beppe Grillo, il Pd di Bersani e il Pdl di Silvio Berlusconi se la sono giocata quasi alla pari: al Senato Pd-Sel hanno ottenuto il 31,6% e Pdl-Lega il 30,7%, alla Camera il centrosinistra ha ottenuto, il 29,5% contro il 29,1% del centrodestra. Quali saranno e se ci saranno delle alleanze non è ancora dato saperlo, cosa certa è che le idee del Movimento 5 Stelle arrivano con numeri molto alti in Parlamento.

Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo ha fatto breccia negli elettori anche per le sue idee e le sue proposte per rilanciare l’economia: il Movimento di Grillo, in tema di piccole e medie imprese, punta soprattutto a sconti contributivi robusti per gli imprenditori che abbiano meno di 35 anni. Il Movimento 5 stelle sembra dare fiducia ai giovani, offrendo loro la possibilità di crearsi un lavoro.

Il programma di Grillo colpisce anche per le sue idee in materia di green economy e sostenibilità. Il Movimento 5 stelle punta più in alto in tema di ambiente ed energia, volendo attivare una vera e propria microeconomia, favorita da un piano diffuso per l’energia che punti su co-generazione, fonti rinnovabili e metodo Esco (Energy service company).  L’importanza che il partito da a questo settore è tanta e lo si intuisce anche dal programma, preciso e chiaro, in cui si parla di energia, efficienza degli edifici, riscaldamento e riduzione delle emissioni di Co2.

Gli obiettivi e le proposte di Beppe Grillo in tema di sostenibilità, infatti, non sono vaghe e generali, ma ben definite e precise. Il programma parla chiaro, ecco le proposte:

Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici

Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti

Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti

Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava

Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei.Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali).

Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica. Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:

Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti

Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri com-merciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc

Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW

Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote

Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano

Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili

Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò.

Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed esclu-dendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale

Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

(gc)

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