Fukushima: decontaminazione sta fallendo

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L’incubo nucleare sembra destinato a durare più del previsto

Greenpeace Giappone lancia l’allarme: per gli abitanti di Iitate, distretto della prefettura di Fukushima, sarà impossibile tornare a casa: la contaminazione radioattiva è ancora a livelli troppo alti.

Un dato in controtendenza rispetto alle rassicurazioni del governo nipponico che prevedeva di risolvere la situazione in tempi brevi; si parlava del 2017 e 2018.

‘Il primo ministro giapponese Abe vorrebbe far credere ai cittadini che il programma di decontaminazione in corso a Fukushima riporterà la radioattività a livelli accettabili, consentendo alle persone evacuate di tornare vivere nelle loro case. Ma si tratta di una politica destinata al fallimento. Le foreste di Iitate sono un’enorme riserva di radioattività che resterà un pericolo diretto e una sorgente di potenziale ricontaminazione per secoli. La completa decontaminazione è impossibile’, afferma Jan Vande Putte, esperto in radioprotezione di Greenpeace Belgio. ‘Forzare i risedenti a tornare in aree insicure e altamente radioattive è una decisione tutta politica, presa per ragioni economiche, che non poggia su dati scientifici e non si cura della salute pubblica’.

Parliamo di una zona che si estende per più di 200 chilometri quadrati e si trova tra i 28 e i 47 chilometri dalla centrale.

Anche nei terreni bonificati, Greenpeace ha misurato valori di radioattività superiori a 2µSv/h, equivalenti a una dose annuale di radiazioni di oltre 10mSv, dieci volte la dose consentita per il pubblico.

a.po

 

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disastro, fukushima, giappone, nucleare, radioattività, salute

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