Greenpeace ‘espulsa’ dall’India
Il governo indiano vuole mettere k.o. Greenpeace, scopriamo perché
Greenpeace e il governo indiano sono ai ferri corti: il Ministero degli Affari Interni indiano ha bloccato i conti nazionali di Greenpeace India e ha imposto il blocco temporaneo della possibilità di ricevere fondi dall’estero.
Tutto ciò compromette la possibilità della sopravvivenza dell’associazione ambientalista nel paese asiatico: ‘A rischio non c’è solo la sopravvivenza della nostra associazione in India, ma la tutela ambientale e il diritto al dissenso – afferma Greenpeace Italia -; abbiamo inviato una lettera al Ministro degli Esteri, chiedendo di sollevare la questione con la sua controparte in India, il Ministro degli Affari Esteri Sushma Swaraj, aiutando ad intraprendere un dialogo tra il settore delle ong e il governo indiano’.
E il caso ormai ha assunto rilevanza internazionale dato che 150 organizzazioni della società civile, fra cui Greenpeace India, hanno scritto una lettera aperta al premier Modi, chiedendo di proteggere il diritto delle Ong a lavorare e alla libertà d’espressione.
L’India accusa Greenpeace di agire contro l’interesse pubblico ed economico della nazione. ‘In un rapporto di un anno fa circa – spiega Greenpeace – il Ministero degli Affari Interni indiano ha sostenuto che Greenpeace India ha influito negativamente sulla crescita del PIL con un impatto equivalente a circa il 2-3% all’anno. Una accusa assurda: Greenpeace India non ha alcun interesse a minare la crescita del PIL ma solo quella di difendere l’ambiente! Un’attività totalmente legale per ogni organizzazione ambientalista, sia in India che in qualsiasi altra parte del mondo!’.
Secondo l’associazione ambientalista si tratta di un attacco ai diritti di libertà di associazione ed espressione, garantiti dalla stessa costituzione indiana. Per questo è stata lanciata una petizione affinché Greenpeace India possa continuare ad esistere e a lottare.
E l’India due mesi fa aveva visto anche i contadini scendere in piazza contro povertà e ogm. La drastica riduzione dei sussidi all’agricoltura ha portato al suicidio di 7000 contadini in India: il governo è sul banco degli imputati per aver abbandonato il settore e aver ridotto il budget dedicato all’agricoltura in un momento difficile che ha visto anche un calo del prezzo dei prodotti agricoli.
a.po
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