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Il declino dei piccioni migratori

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La rapida scomparsa di 5 miliardi di piccioni migratori dimostra che nemmeno le grandi popolazione sono al sicuro dall’estinzione

Un tempo i piccioni migratori erano gli uccelli più abbondanti del Nord America: i numeri parlano di una diffusione di almeno cinque miliardi, in stormi così grandi da poter oscurare il sole, propagandosi per centinaia di chilometri. Poi, in pochi decenni, se ne sono andati. L’ultimo superstite, Martha, morì nello zoo di Cincinnati nel 1914. Gli scienziati hanno da poco trovato la causa del loro devastante declino, rivelando quanto siano fragili anche le grandi popolazioni di animali.

Un nuovo studio, pubblicato su «Science», mostra che i piccioni viaggiatori sono esistiti sin dall’età glaciale in popolazioni enormi e che, anche se erano molto bravi ad adattarsi a vivere in questi gruppi numerosi, non sono stati altrettanto bravi nell’affrontare la minaccia dell’uomo. Quando gli uomini affamati hanno iniziato a cacciare gli esemplari di piccione migratore, infatti, l’adattabilità è venuta meno, causando un declino dal quale non sono stati più capaci di rialzarsi. In pratica, quindi, lo spostamento genetico causato dal passaggio da gruppi massivi a piccoli gruppi ha accelerato la decimazione delle popolazioni di questi colombi.

«Pensiamo spesso che le grandi popolazioni siano come una salvaguardia contro l’estinzione», ha detto la coautrice dello studio, la biologa della University of California, Santa Cruz, professoressa Beth Shapiro. «Ciò che questo studio dimostra, tuttavia, è che dobbiamo anche considerare la storia naturale a lungo termine di una specie quando prendiamo decisioni sul loro rischio di estinzione».

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animali, fauna, Piccioni migratori

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