Italia sotto torchio: arriva la tagliola Ue
Se l’Italia non si mette in regola in tema di acque reflue e depurazione dovrà fare i conti con le super multe Ue
L’Italia non ha più tempo: deve mettersi in regola in tema di acque reflue e depurazione. ‘Non ci sono più deroghe ma solo sanzioni: ci sono 2.500 comuni fuori legge. E nel 2016, tra gennaio e dicembre, scatta la tagliola da 485 milioni all’anno fino a che non ci si mette in sicurezza’, ha affermato il capo della task force di Palazzo Chigi su dissesto idrogeologico e infrastrutture idriche, Erasmo D’Angelis, nel corso degli ‘Stati generali acque pulite’. ‘Ora bisogna correre, aprire qualche cantiere, sperando nella decurtazione di qualche sanzione’.
E in realtà i soldi per avviare tutti i lavori necessari ci sarebbero anche, ma manca la programmazione e la pianificazione degli interventi. È intervenuto sul tema anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, secondo il quale il Bel Paese dovrebbe puntare su tre punti precisi: stato di attuazione della direttiva sulla depurazione, contenzioso sulle acque reflue, enti d’ambito. ‘Il problema è riuscire ad avere più controllo e monitoraggio, e naturalmente la programmazione’ non ‘trovare le risorse’. ‘La cura del territorio è essenziale e la prevenzione è la prima cosa: agire in emergenza costa infatti sette volte di più che prevenire’’, ha affermato il Ministro. A noi quello che manca è ‘la progettazione degli interventi” ed è il motivo per cui ”siamo molto indietro nella realizzazione delle opere’. Sul punto Galletti fa presente che ‘i procedimenti d’infrazione Ue sono un grido d’allarme’’.
‘L’Ue ha ragione a metterci sotto botta, ma dobbiamo rispondere con i fatti’ ha invece commentato il viceministro allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ‘dobbiamo rovesciare completamente questa situazione, servono investimenti’. ‘Prima di tutto perché di mezzo c’è la qualità della vita dei cittadini e poi la capacità attrattiva del Paese: il turismo non può permettersi questa situazione’.