La Calabria dice addio al glifosato

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Nell’attesa di una decisone europea, la regione italiana prende le distanze dal controverso erbicida

La Calabria ha vietato l’uso del glifosato, il diserbante più usato e più discusso del mondo. Tecnicamente ha escluso le pratiche agricole che utilizzano il glifosato dalla concessione di fondi pubblici. L’erbicida è prodotto dalla multinazionale Monsanto e la Calabria ha compiuto un atto inedito a livello nazionale.

La scelta a livello europeo è attesa per la fine del prossimo anno quando la Commissione deciderà il destino del diserbante.

Sono 40 anni che il glifosato è utilizzato in agricoltura, complice anche il suo basso costo. Serve a eliminare le piante infestanti da campi e giardini pubblici, ma da tempo si parla dei suoi potenziali rischi per l’ambiente e la salute delle persone. Tra i principali utilizzatori ci sono Stati Uniti, Brasile, Cina, India, Sudafrica e Argentina. Molti sostengono che l’applicazione estensiva del pesticida abbia provocato danni enormi alla salute dell’uomo.

Uno studio argentino ha scovato l’antiparassitario anche nei tamponi, nel cotone sterile e negli assorbenti.

Tracce dil diserbante chimico è stato rilevato anche nei campioni di urina degli americani.

Anche in Italia è molto diffuso: è “tra le sostante più vendute a livello nazionale e la sua presenza è ampiamente confermata anche dai dati internazionali”, secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

In Italia le associazioni ambientaliste hanno iniziato due anni fa una battaglia contro il glifosato lanciando il manifesto ‘Stop Glifosato’ per chiedere al Governo e ai Ministeri competenti di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato.

Il gesto della Calabria riapre un dibattito che però va affrontato in sede nazionale e comunitaria, in quanto il glifosato potrebbe essere sostituito da altri pericoli agrofarmaci.

”Si tratta di un esempio concreto di come le Regioni, in attesa della decisione sul glifosato a livello europeo, abbiano la possibilità di scegliere subito con i Piani di Sviluppo Rurale almeno d’interrompere immediatamente il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevedono l’utilizzo di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabile cancerogeno per l’uomo, oltre che principale inquinante delle acque superficiali e sotterranee come evidenziato dai dati ISPRA”, dice Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato.

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Glifosato, Monsanto

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