La cura degli animali è un lusso?

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Le spese veterinarie sono troppo alte e sempre più famiglie non possono permettersele. A Milano apre la prima clinica veterinaria pubblica

 

Un’operazione può arrivare a costare 1500 euro, un antidolorifico 20 euro. Curare gli animali domestici ha un costo che molte persone non possono permettersi, trovandosi nella terribile situazione di dover scegliere fra il curare il proprio amico a quattro zampe o pagare l’affitto. Per chi non condivide le proprie giornate con una animale può trattarsi di un problema secondario: “Se non si hanno le risorse si rinunci alla loro compagnia”. Un’affermazione che non ci sentiamo di condividere. Spesso un animale rappresenta esso stesso una terapia. Può accadere per un anziano solo, per un bambino con difficoltà di relazione, per un adulto che attraversa un periodo di depressione. Molte ricerche ormai dimostrano che la presenza di un animale migliora la salute del suo compagno umano.

Eppure nel nostro paese, a differenza di altri, si tende a ignorare il problema. Tanto che ad esempio l’Iva applicata alle prestazioni sanitarie per gli animali è fissata all’aliquota più alta, il 22%. E le spese veterinarie sono state inserire nel redditometro, al pari di quelle affrontate per l’acquisto di gioielli e oggetti d’antiquariato, tutte comprese nella voce “spese significative”. Una scelta oltretutto pericolosa, poiché spinge a pagamenti in nero e a non registrare il possesso di un cane all’anagrafe canina, che eppure è importantissima per contrastare il fenomeno degli abbandoni.

Sappiamo che su questo tema le opinioni sono spesso discordanti. Alla pur comprensibile obiezione più diffusa – ‘non ci sono risorse per garantire le cure alle persone non si possono spendere soldi pubblici per curare gli animali’ – noi non crediamo. Contrapporre le due cose è sbagliato in partenza, nessuno può pensare di togliere denaro alla spesa sanitaria per trasferirlo alla cura degli animali. Ma permettere a chi ha un pet di garantirgli una vita dignitosa è un atto proprio di una società civile. Una forma di tutela innanzitutto per la persona che possiede l’animale e che non può essere costretta a scelte strazianti come rinunciare a curarlo solo perché non può permetterselo.

 

La pensa come noi il Comune di Milano a cui va fatto un plauso particolare. Pochi giorni fa è stata approvata la delibera che prevede la concessione di uno stabile del Comune che diventerà la Casa degli animali. Non solo sede delle associazioni animaliste, ma anche struttura sanitaria che dovrà essere aperta gratuitamente a tutti i cittadini milanesi che non sono in grado di sostenere le spese per le cure veterinarie dei propri animali. La struttura, che dovrebbe essere pronta alla fine del 2014, si trova in via Senigallia 60 a Bruzzano, quartiere della periferia nord. Le famiglie in difficoltà economica dovranno presentare il modello ISEE per poter usufruire di un servizio veterinario di alta qualità e delle migliori attrezzature per l’analisi diagnostica. “Se si ambisce a vivere in una città con un’alta qualità della vita – ha detto l’assessore comunale Chiara Bisconti – bisogna pensare alla vita di tutti coloro che la abitano”.

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