La Particella di Dio esiste, catturato il bosone di Higgs. Foto e Video
Catturata la particella di Dio, gli scienziati del Cern di Ginevra annunceranno ufficialmente la scoperta nelle prossime ore. Cosa e’ un bosone e cosa e’ il bosone di Higgs, la particella di Dio. Il video
La Particella di Dio «c’é». Secondo le prime indiscrezioni, gli scienziati del Cern di Ginevra annunceranno ufficialmente la scoperta mercoledì prossimo. Fino ad oggi, la presenza della particella elementare nota agli scienziati come ‘bosone di Higgs’ (chiamato così dal nome del suo scopritore teorico, Peter Higgs. Il bosone è una particella che segue la statistica di Bose-Einstein) era soltanto stata ipotizzata, ma mai realmente osservata. Ora finalmente, gli scienziati del Cern presenteranno i risultati completi di 2 esperimenti che da dicembre scorso ad oggi hanno raccolto un’enorme quantità di dati utili alla ‘cattura’ del bosone: il primo, ‘Atlas’ è stato diretto dalla ricercatrice italiana Fabiola Gianotti, mentre il secondo, denominato ‘Cms’, ha avuto la supervisione dello scienziato Joseph Incandela. Entrambi gli esperimenti, portati avanti in questi mesi grazie all’utilizzo del più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, si sono concentrati in particolare non solo sull’osservazione delle interazioni del bosone di Higgs con i fotoni, ma anche sulle interazioni con particelle di tipo diverso.
Ma cos’è la particella di Dio, e qual’é la sua storia? Era il 1964 quando Peter Higgs, passeggiando per le colline scozzesi, elaborò la teoria del ‘bosone’, conosciuto poi come particella di Dio, per spiegare perché alcune particelle elementari possiedono una massa mentre altre no. Uno dei principali quesiti irrisolti per spiegare la ‘massa dell’Universo’ restava infatti ‘bloccato’ sullo studio dei fotoni, particelle che trasportano radiazione elettromagnetica (e quindi anche luce) ma prive di massa. L’individuazione teorica della particella di Dio avrebbe quindi aiutato a comprendere meglio le relazioni esistenti fra le quattro forze della Natura: la forza elettromagnetica, la ‘nucleare forte’, la ‘nucleare debole’ e la quarta forza, la gravità.
Restava a questo punto il compito di provare l’esistenza del bosone di Higgs: già dagli anni ’80 gli Stati Uniti progettarono il Super Superconducting Collider (Ssc), un gigantesco acceleratore di particelle che però non fu mai terminato per l’eccessivo costo d’investimento. Fu a quel punto che si affacciò l’idea di costruire un grande acceleratore in Europa: con ben 6 miliardi di investimento venne realizzato l’Lhc a Ginevra, considerato ad oggi, il più grande macchinario al mondo per lo studio della fisica delle particelle, che ha permesso agli scienziati di raggiungere risultati straordinari nell’ambito dei principali aspetti dell’indagine fisica. Risultati che, con l’individuazione del bosone di Higgs, permetteranno di capire come si è formata la materia nei primi istanti di vita dell’Universo, facendoci comprendere qualcosa di fondamentale sull’origine del Cosmo.
Guarda il video sulla Particella di Dio:
(M.L.)
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